Skip to content.
Logo tecnoteca

Portale Tecnoteca.it

Logo tecnoteca

Vai al sito aziendale Tecnoteca.com


 
You are here: tecnoteca.it » Rubriche » Cyberantropologia » Etica_mente, pillole di cronaca

Etica_mente, pillole di cronaca

Il convegno annuale di AssoComunicazione si è aperto questa mattina con la relazione del filosofo e accademico dei Lincei Emanuele Severino, subito dopo il discorso di apertura dei lavori del presidente di AssoComunicazione Enrico Montangero.

Emanuele Severino
Emanuele Severino

La tesi del noto filosofo ha destato molto interesse nella platea, costituita da pubblicitari e addetti alla comunicazione.

Molti i concetti portanti del suo intervento, intitolato significativamente "Etica della comunicazione e comunicazione dell'etica", tra cui il paradosso, fondatissimo, che la tecnica non sia ancella delle forze che governano il mondo, ma che piuttosto sia essa stessa a governare i destini dell'umanità.

Il mezzo (la tecnica, le nuove tecnologie, le reti telematico informatiche) sta diventando lo scopo, il fine della comunicazione, ha affermato Severino.

Così la celebre frase di Mac Luhan, "il medium è il messaggio" alla luce di questa riflessione diviene immediatamente comprensibile: il mezzo della comunicazione forma e trasforma i messaggi che veicola, e sovente, nell'epoca postmoderna, diventa il fine del comunicare stesso, lasciando sullo sfondo concetti e idee.

Il concetto stesso di etica sta cambiando drasticamente, ha ribadito più volte Severino, l’etica sta diventando tecnica, ossia la potenza e la capacità di trasmettere e diffondere informazioni. L’etica così come è stata pensata da Aristotele e da altri illustri filosofi, sta lasciando il posto al dominio della tecnica. Il pensiero postmoderno è figlio di un processo lungo due secoli durante i quali il concetto di verità è stato smontato, specie nel suo legame col divino. Dio è morto e con Lui la verità, lasciando il posto, si potrebbe aggiungere, a relativismi, possibilismi e revisionismi di ogni sorta.

Il secondo intervento, a cura di Michael Coates, presidente della Hill & Knowlton di Toronto, azienda specializzata in public relations e comunicazione d’impresa, è stato centrato sulle regole deontologiche che il mondo dell'advertising dovrebbe o potrebbe darsi, autoregolamentandosi.

Liberty


Ha chiuso la mattina la relazione di Kalle Lasn, editor in chief del noto magazine Adbusters, nonché promotore della manifestazione Buy Nothing day e di altre importanti iniziative anticonsumistiche. Il suo intervento ha generato un lungo dibattito in sala protrattosi per oltre un'ora.
Il titolo del suo intervento, "Brand Immorality" prometteva scintille, e Kalle non ha smentito la sua fama di provocatore.
La pubblicità, ha affermato, fa il lavaggio del cervello alle persone, specie ai giovani. Il consumismo, sono parole sue, è insostenibile, psicologicamente corrosivo, non etico.
Lasn si è scagliato soprattutto contro il mercato dell'auto, il sistema della moda e le industrie del tabacco, ma più in generale contro l'advertising selvaggio.
Ogni giorno, ha affermato il pensatore canadese, gli americani ricevono più di 300 messaggi dai media, e più di 10.000 scuole superiori statunitensi trasmettono 20 minuti di tv nelle classi, inclusi alcuni spot pubblicitari.
Una domanda spiazzante dal pubblico a Kalle: che ne pensa di Naomi Klein, che dice di togliere l’etichetta Gucci, dopo aver acquistato un capo di vestiario della nota maison di moda? La risposta del guru dell’anticonsumismo ci è parsa un po’ evasiva e imbarazzata, è infondata e cattiva la voce o è difficile “toccare” la giovannadarco dell’anticonsumismo, nonché autrice del best seller No logo ?


Alessandra Guigoni