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Ragazze e nuove tecnologie

Negli ultimi anni le ragazze tra gli 11 e i 18 anni hanno superato il gap tecnologico che ancora le separava dai coetanei maschi rispetto alla capacità di usare il computer e la rete, ma secondo i dati più recenti l'evoluzione del rapporto delle ragazze con le nuove tecnologie è frenato dal permanere di quegli stereotipi culturali che vogliono il genere femminile inadatto alla tecnologia in particolare e alla scienza in generale.

Le preadolescenti e le adolescenti hanno visto crescere le loro possibilità di accesso e di uso del computer e della rete fino a raggiungere la parità con i coetanei nell'arco di soli due anni - dal 2000 al 2002 - e hanno elaborato un loro modo di intendere e di usare le nuove tecnologie, viste non come mezzo da dominare ma come strumento per comunicare, per studiare e per completare la loro formazione e dove il poco tempo dedicato allo svago si spiega con la limitata presenza di videogiochi  adatti a loro, dato che la maggioranza dei prodotti è pensata per utenti di sesso maschile.

Questa capacità di recupero di una iniziale posizione di svantaggio è un dato ricorrente nel cammino delle nuove leve della popolazione femminile: si delinea il profilo di una generazione di ragazze che studiano con maggiore continuità e profitto rispetto ai coetanei, curiose e attente, consumatrici privilegiate e sempre più numerose di cinema, teatro, musica, libri, radio e internet: in rete acquistano visibilità siti web e portali progettati e gestiti da ragazze e dedicati alle ragazze.

In questo quadro sotto molti aspetti promettente si inserisce un elemento di forte criticità: la familiarità crescente con il computer non può compensare da sola il permanere di radicati pregiudizi e condizionamenti culturali e non è sufficiente a modificare le scelte scolastiche delle ragazze: sono ancora troppo poche le giovani che si orientano verso studi tecnico - scientifici dopo la scuola dell'obbligo e a livello universitario, quando devono compiere le scelte più importanti per il loro futuro lavorativo.

Ecco che si crea una situazione doppiamente rischiosa per le ragazze:

  • vengono escluse dalle opportunità lavorative che l'ICT offrirà anche in futuro poiché continuano a riversarsi in settori dell'occupazione oramai saturi - uno per tutti, l'insegnamento nella scuola primaria e secondaria:
  • rischiano di essere relegate al ruolo di semplici utenti di strumenti pensati e prodotti da altri: l'assenza di una "massa critica" di ragazze nel settore dell'ICT condiziona la capacità futura di influenzare l'evoluzione della tecnologia e delle sue applicazioni con contributi declinati al femminile, delegando ogni competenza e decisione ai loro coetanei: meno brillanti, meno curiosi, ma dalla formazione decisamente più tecnica.