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Formati e strumenti per i libri elettronici

La cosiddetta “rivoluzione” del libro elettronico, come quella verificatasi ai tempi di Gutenberg con la stampa a caratteri mobili, ha una duplice influenza: a livello di lettori certamente, ma anche inevitabilmente a livello di autori ed editori. Ed è ovviamente contraddistinta e segnata da una specifica tecnologia: nel nostro caso quella “elettronica”, che però in riferimento all’e-book deve essere analizzata ad almeno cinque livelli.

Nel parlare di libri elettronici, infatti – tenuto conto del fatto che ogni programma di lettura potrà essere impiegato su determinati dispositivi hardware (anche in funzione del sistema operativo da essi adottato) e sarà in grado di interpretare determinati formati di codifica del testo – occorre distinguere i seguenti elementi base, fra loro ovviamente interrelati: i formati di codifica, utilizzati per rappresentare il testo ed associarvi metainformazione descrittiva (ed eventualmente associata e collegata anche la protezione, al fine di garantire la gestione dei diritti relativi); i programmi di lettura, utilizzati per accedere al testo codificato e permettere al lettore-utente di compiere su di esso le operazioni desiderate (dalla semplice lettura, alle ricerche, alle annotazioni personali, ai segnalibri…); i dispositivi di hardware, utilizzati come interfaccia fisica per acquisire, leggere e conservare il libro elettronico; i cosiddetti authoring tools, cioè i programmi di conversione e codifica che semplificano la creazione dei testi codificati, anche attraverso la traduzione diretta dai formati più diffusi di documenti elettronici; ed infine i sistemi di distribuzione dei testi, basati sovente su piattaforme proprietarie installate sul server del venditore o di una società specializzata, alla quale il venditore affida lo svolgimento della transazione, e che sono in grado di permettere in tempo reale la codifica protetta ed individualizzata dell’e-book, per consentirne la lettura solo sul dispositivo dell’utente che lo ha acquistato.

Ovviamente la rapida evoluzione del settore rende inevitabilmente facile l’obsolescenza delle informazioni catalogate circa le specifiche soluzioni software ed hardware. Pertanto mi riferirò e citerò ampiamente i due studi di maggior spessore oggi disponibili (almeno per quanto mi risulta) al proposito: quello già citato di Gino Roncaglia, apparso con il titolo di Libri elettronici: problemi e prospettive, in Bollettino ABI 2001 n.4 (pp.409-439), riferendomi in particolare ai paragrafi 3 e 4; e un estratto dalla tesi di Emanuela Zonca E-book ed esperienze narrative on-line: il caso Stephen King, tesi di laurea inedita, relatore Alessandro Perissinotto, Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Lingue e Letterature straniere, anno accademico 2000/2001, disponibile all’interno del Dossier eBook Italia curato da Luigi M. Reale su italianisticaonline.it.
Cominciando dai formati di codifica, che Roncaglia tratta unitamente ai programmi di lettura, in quanto sono spesso fra loro associati, la Zonca opera immediatamente un’utile distinzione, fra formati di codifica aperto/non-proprietario e formato di codifica chiuso/proprietario.

Fra i formati aperti il posto preminente spetta senz’altro allo standard OeB, sviluppato dall’Open eBook Forum (OEBF), l’organismo internazionale che raggruppa le principali aziende del settore informatico (Adobe, IBM, Microsoft, ed anche IPM di Napoli), importanti case editrici, istituzioni, enti ed associazioni che operano nel settore librario, autori ed utenti. All’interno dell’OeB è stato incorporato il gruppo di lavoro dell’EBX, l’Electronic Book Exchange, l’altra importante organizzazione per lo sviluppo di standard comuni nell’ambito della protezione dei diritti d’autore relativi ai testi digitali ed all’editoria elettronica. L’OeB si basa sul linguaggio di marcatura XML, ed i lettori di e-book elaborati secondo il suo standard (nel 2001 c’erano il piattaforma windows Flipviewer, ed i multipiattaforma eMonocle, Mentoract Reader e l’in fase di sviluppo ed open LiberGnu) sono distribuiti gratuitamente in rete.
Ma OeB ha anche il pregio di essere utilizzato come formato intermedio per la creazione di e-book in formati proprietari, che consentano la protezione dei contenuti digitali: sono pertanto compatibili con lo standard OeB anche il diffuso Microsoft Reader, il MobiPocket, il coreano Hiebook, e lo statunitense GoReader.

Fra i formati proprietari la piazza storica d’onore deve essere riservata al formato PDF (Portable Document Format), sviluppato dalla Adobe, che si è affermato di fatto come standard universale per la produzione, distribuzione e stampa di documenti elettronici prima, con il lettore Acrobat Reader, ed ora anche di e-books, grazie al lettore Adobe eBook Reader, la versione avanzata del Reader di Glassbook, azienda passata nel corso del 2000 sotto il controllo della Adobe.

Per quel che riguarda i formati proprietari per i computer palmari bisogna ricordare PalmReader, versione avanzata del Peanut Reader, sviluppato dalla Peanutpress prima della sua incorporazione nella Palm, avvenuta nel marzo del 2001, che si è affermato come lo standard di fatto degli e-books palmari basati sul sistema operativo Palm, anche se il lettore è in grado di girare anche su Windows CE e PocketPC. Il suo formato di codifica, però, si basa sul proprietario PML (Palmar Markup Language), che non è compatibile con lo standard OeB e che genera file nel formato proprietario .pdb, attraverso la trasformazione operata dall’applicazione in java MakeBook che trasforma un modello originario di documento Word. Sempre Palm ha creato anche Aportis doc, che è dotato di strumenti di produzione e conversione dedicati, disponibile anche in una versione per PocketPC, ed il cui formato è stato adottato dalla E-book Library realizzata dall’Electronic Text Center della University of Virginia.

Per i dispositivi di lettura, visto che il libro elettronico può essere letto sia su PC da tavolo o portatili, sia su PocketPC oppure su palmari, Gino Roncaglia (con il quale si dichiara in piena sintonia anche Emanuela Zonca) distingue quattro tipologie di lettori e-book, ricordando come tutte e quattro le tipologie abbiano però in comune alcune caratteristiche: si tratta infatti di dispositivi dall'interfaccia hardware fortemente innovativa rispetto sia ai tradizionali computer da scrivania, sia ai tradizionali computer portatili (notebook); portatili e relativamente leggeri, che non richiedono necessariamente un piano d'appoggio (possono quindi ad esempio essere facilmente utilizzati da una persona seduta in poltrona, una delle più abituali situazioni di lettura nel caso dei libri a stampa); e per lo più pen-based, dotati cioè di schermi sensibili al tatto, nei quali lo strumento principale di input è costituito da una piccola penna di plastica con la quale "toccare" lo schermo, anziché da mouse o tastiera.

Le prima delle tipologie classificate da Roncaglia è quella dei cosiddetti “lettori rigidi dedicati”, cioè degli “strumenti nati con la funzione specifica o prioritaria di consentire la lettura di e-book e generalmente ispirati a un normale libro a stampa per quanto riguarda forma e dimensioni. A seconda delle caratteristiche, il loro prezzo varia approssimativamente fra 300 e 1200 euro. Appartengono a questa categoria i due lettori RCA REB 1100 e 1200 (sviluppati su tecnologie Gemstar e basati su due fra i primi lettori dedicati, oggi non più in produzione: rispettivamente, il Rocket eBook della Nuvomedia e il SoftBook della SoftBook Press; il REB 1100, più economico, ha uno schermo monocromatico, mentre il REB 1200 ha uno schermo a colori di buona qualità), il recentissimo GoReader (una sorta di "ibrido" fra dispositivo dedicato e tablet computer), il coreano hieBook (dichiara piena compatibilità con il formato OEB), il francese Cybook, l'italiano MyFriend (caratterizzato dall'altissima qualità dello schermo a colori, ma anche da un prezzo piuttosto elevato; adotta il sistema operativo PocketPC), il piccolo Franklin eBookMan (al momento il più economico, con dimensioni e funzionalità a cavallo fra quelle degli altri dispositivi dedicati e quelle di un computer palmare). Scopi più di ricerca che commerciali sembrano essere quelli di Xlibris, un prototipo sviluppato presso uno dei maggiori centri di ricerca del settore, i laboratori Xerox di Palo Alto. Fra i dispositivi annunciati, ma non ancora disponibili, sono l'AlphaBook (che annuncia la compatibilità con i file PDF e un prezzo attorno ai 500 euro, piuttosto competitivo per un dispositivo con display a colori da 12 pollici) e il t-Book”.

La seconda tipologia classificata è quella dei computer palmari dotati di software per la lettura di e-book. “Si tratta – scrive Roncaglia – di dispositivi in genere piuttosto piccoli (le dimensioni dello schermo sono quelle di un normale pacchetto di sigarette, o poco maggiori), spesso adatti al trasporto "da taschino". Possono avere schermi monocromatici o a colori e offrono numerose funzionalità: calendario e gestione degli appuntamenti e dei contatti, rubrica telefonica, annotazioni e semplici funzioni di videoscrittura e di foglio elettronico, spesso gestione delle mail, possibilità di annotazioni vocali e di ascolto di file in formati compressi (MP3 o altro). La lettura di libri elettronici è dunque solo una delle funzionalità offerte e di norma non è quella considerata strategicamente centrale per la diffusione sul mercato del dispositivo. A questa categoria appartengono i palmari basati su sistema operativo Palm (disponibili in numerosi modelli, di diverse dimensioni e con schermi monocromatici o a colori; quelli prodotti direttamente dalla Palm sono al momento i palmari più diffusi sul mercato statunitense, mentre modelli su licenza sono prodotti dalla Handspring, dalla Sony e da diverse altre case), quelli basati sul sistema operativo Microsoft PocketPC (realizzati da numerose case produttrici, fra le quali Compaq, HP, Casio, Toshiba; dispongono di serie del lettore Microsoft Reader) e sul suo predecessore, Windows CE (ormai in genere fuori produzione; per Windows CE non è disponibile Microsoft Reader ma lettori prodotti da terze parti, come il ricordato Mobipocket), e, relativamente meno diffusi e meno comodi, almeno per quanto riguarda la lettura di e-book, quelli prodotti dalla Psion e basati sul sistema operativo Epoc 32”.

Alla terza categoria roncagliana appartengono i Tablet PC: “dispositivi portatili più grandi di un palmare (le dimensioni dello schermo sono in genere comprese fra i 10 e i 12 pollici), la cui interfaccia si basa sul modello del blocco per appunti. Possono utilizzare un sistema operativo proprietario, un sistema operativo per palmari (di norma Windows CE o Microsoft PocketPC), oppure una versione appositamente adattata di un sistema operativo "normale", come Windows 98 o Windows XP. Al momento [NdR: fine 2001], i dispositivi esistenti sono piuttosto cari - con prezzi paragonabili a quelli di un buon notebook, e talvolta anche più alti - e orientati a una fascia abbastanza specifica di mercato, quella interessata alle applicazioni "sul campo" (rappresentanti di commercio, lavoro in cantieri, spedizioni e consegne ecc.).

Dispositivi di questo genere possono essere utilizzati per leggere e-book, ma non si tratta certo dell'applicazione principale presa in considerazione al momento della loro progettazione. La situazione promette tuttavia di cambiare con il lancio da parte della Microsoft di un'architettura Tablet PC proprietaria, che dovrebbe essere destinata all'uso "mobile" quotidiano e coprire una gamma assai più ampia di esigenze. La lettura di libri e riviste elettroniche, assieme alla navigazione in rete, alla riproduzione audio-video, (…) alle funzionalità di controllo centrale per elettrodomestici "intelligenti" e all'uso come "quaderno" di annotazione veloce, dovrebbe costituire una delle applicazioni di punta di questi strumenti, che potrebbero trovare nel mercato della scuola e dell'educazione uno dei settori di maggior diffusione”.

Infine la quarta tipologia individuata è quella dei dispositivi flessibili basati su "carta elettronica" (e-paper). “La carta elettronica, come immaginata dai suoi propugnatori, è un sottile strato flessibile di plasticato, dello spessore simile a quello dei lucidi per lavagna luminosa, in grado di funzionare come display. Su dispositivi di questo tipo – continua Roncaglia – sono al lavoro soprattutto due società: la Xerox, che nei laboratori di Palo Alto ha sviluppato la tecnologia Gyricon (basata su minuscole sfere bicolori in grado di ruotare, rispondendo ad adeguati impulsi elettrici, per mostrare una delle due facce; i caratteri della scrittura vengono composti orientando opportunamente i milioni di sferette distribuite sulla superficie del foglio plasticato) e la E-ink (che studia un display costruito attraverso la tessitura, all'interno di un sottile foglio plasticato, di sottili microcelle del diametro paragonabile a quello di un capello; al loro interno, in un medium liquido, sono sospese minuscole sferette bianche, caricate positivamente, e nere, caricate negativamente; un campo elettrico a bassissimo potenziale, controllato da un microprocessore, ha il compito di far "affiorare" sulla superficie, a seconda delle necessità, le sferette bianche o quelle nere, in modo da formare i caratteri del testo). Dispositivi di questo genere, se e quando arriveranno allo stadio della distribuzione commerciale (dal quale sembrano ancora piuttosto lontani, anche se entrambe le società dichiarano la disponibilità dei primi dispositivi nei prossimi cinque anni), forniranno ai testi elettronici un supporto di lettura ancor più vicino alla tradizionale carta stampata, permettendo di sviluppare libri (e giornali) elettronici flessibili e leggerissimi. Un vantaggio importante di queste tecnologie è inoltre rappresentato dai consumi: mentre un tradizionale display consuma con continuità energia elettrica per mantenere le informazioni a video, soluzioni quali quelle appena considerate consumano energia solo nel momento di cambiare l'immagine visualizzata (in sostanza, solo nel momento di "cambiare pagina"): in tal modo, si potrebbe aumentare notevolmente l'autonomia del dispositivo di lettura”.

Per gran parte delle tipologie di lettori identificate da Gino Roncaglia, i tipi di software principali disponibili quali programmi di lettura sono attualmente il Microsoft eBook Reader e l’OverDrive Reader Works (lettore e programma distribuiti gratuitamente da Microsoft, utilizzabili solo ad uso privato, e con i quali – disponendo essi d’un comodo plug-in che consente di convertire un documento prodotto da MS Word – sono visualizzabili la maggior parte degli ebook attualmente prodotti) che si uniscono all’eBook Espress, il sito della Over Drive Inc., che consente la conversione gratuita di un normale documento di testo in un file .lit (cosa che si può ottenere gratuitamente anche in locale con il programma gratuito Reader Studio); e l’Adobe Acrobat eBook Reader (che nasce nel lontano 1990, e risulta molto utile soprattutto per le riproduzioni anastatiche digitali dei libri antichi, oltre che per la riproduzione seriale a fini commerciali; e che risulta il più adottato in quanto replica esattamente la formattazione tipografica del testo a stampa tradizionale, trovando su internet grande spazio ed essendo ormai d’uso comune per i cataloghi o i notiziari degli editori distribuiti sul web) cui si aggiunge in alternativa il recente XPDF, creato nel 2002 da Derek B. Noonburg e distribuito da Glyph & Cog, un “open source viewer”, cioè un lettore liberamente disponibile di documenti .pdf per Windows, Unix, VMS e OS/2, che include un PostScript per la conversione in formato Acrobat dei file elaborati dall’utente, funzionando così tanto quanto creatore quanto come lettore di .pdf.
Altri software da ricordare sono l’eclettico DocAble Reader (prodotto da Everybook, è compatibile con i formati .pdf e .rtf, ma prevede l’estensione ai formati .html, .oeb e .lit, consente la creazione di indici di testi e rende possibile la visualizzazione di pagine di due documenti diversi); l’AGEReader (programma per lettura di e-books in formato proprietario .age); il francese MobiPocket (che è compatibile con lo standard OeB e supporta i formati .txt, .html, .pdb e .prc); l’italiano Ebook4u Reader (sviluppato da EsedraNet, con funzioni analoghe a quelle di MS Reader); e l’E-PaperBack Reader (lettore per i file .epb, prodotti dalla KULT Virtual Press, un’iniziativa amatoriale no-profit di Marco Giorgini).

Per quel che riguarda poi i dispositivi hardware utilizzati come interfaccia fisica, cioè per i prodotti che possono fungere da veri e propri e-book reader, risulta utile operare una distinzione fra: palmari, una vasta gamma di prodotti che possono fungere da e-book, e che utilizzano principalmente come sistema operativo il Palm OS (dove si segnala la vasta offerta della Handspring, con i suoi Visor); Pocket PC, cioè i cosiddetti “personal computer da tasca” (con Compaq, Casio, Hewlett Packard e forse ora anche Touch Star a farla da padroni del mercato); Web Tablets, inizialmente concepite per la navigazione in internet, e che presentano un elevato livello tecnologico (fra le quali ricordiamo la Qubit, la Qbe e la MS Tablet PC); e finalmente i veri e propri lettori dedicati.

Passando in rassegna i dispositivi che sono stati appositamente concepiti per fungere da e-book readers non si può non cominciare con i due capistipite: il Rocket eBook ed il SoftBook, che si sono contesi testa a testa il mercato fino al 1999, quando le due società sono state entrambe acquistate dalla Gemstar. A far concorrenza alla Gemstar sono poi scese in campo la Franklin, con i suoi modelli di eBookMan, la Palm, la Hiebook, goReader, Cytale Cybook ed infine Myfriend.

Per una disanima particolare dei vari modelli è disponibile in rete il buon lavoro di Emanuela Zonca, ospitato del Dossier curato da Reale per italianisticaonline.it, al quale rimando per ulteriori approfondimenti.

Infine una nota “storica”, e penso dovuta, dedicata ad una pionieristica (ma ingiustamente misconosciuta) iniziativa del Gruppo Editoriale Il Saggiatore, che per primo in Italia ha lanciato un software originale per la gestione di testi elettronici in formato proprietario, che funziona secondo il principio dell’e-book di emulazione del libro a stampa. Si tratta di LibraryLab di Res Cogitans: Biblioteca Digitale di Filosofia e Scienze Umane, un programma operativo in ambiente windows. Emanuela Zonca, cui va il merito di averne ricordato l’importanza storica, lo definisce “un navigatore, un elaboratore di testi, uno strumento di ricerca e un gestore di ipertesti personalizzabile, grazie al quale l’utente può leggere il testo elettronico visualizzandolo come se fosse un libro in formato cartaceo tradizionale, intervenendo su di esso con annotazioni, generando collegamenti al suo interno, effettuando ricerche e generando automaticamente indici”.


Pietro Bortoluzzi