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Marchi di conformita'

 

In molti casi, i sistemi di certificazione prevedono che, a seguito dell'esito favorevole del processo certificativo (decisione e concessione), venga attribuito all'oggetto della certificazione il cosiddetto "Marchio di Conformità ".

Lo scopo di detti marchi è di dare al mercato un messaggio "forte" (semplice, chiaro ed indelebile) circa la rispondenza dei prodotti a determinati requisiti prescritti da determinati riferimenti normativi ed accertati sulla base di determinati procedimenti.

I marchi di conformità  possono attestare la conformità  a requisiti essenziali di sicurezza e salute (marchi di sicurezza) o a requisiti costruttivi e funzionali, associati o meno a requisiti di sicurezza (marchi di prestazioni). In particolare il marchio attesta che:

  • il prodotto soddisfa a tutti i requisiti applicabili, coperti dal marchio stesso

  • l'Organismo che ha apposto il marchio è competente e qualificato allo scopo.

A tal fine, i sistemi che portano alla concessione del marchio devono essere tali per cui:

  • tutte le parti interessate siano efficacemente rappresentate e coinvolte nel processo certificativo; ciò può risultare difficile nel caso di marchi aventi scopo troppo ampio, in termini di categorie di prodotti;

  • i riferimenti normativi utilizzati coprano effettivamente tutti i requisiti oggetto del marchio (sicurezza, prestazioni, ecc...);

  • i procedimenti seguiti per pervenire alla concessione/applicazione del marchio siano ben conosciuti dal mercato. Ad esempio deve essere chiaro se il sistema/schema di certificazione prevede o meno la sorveglianza della produzione e del sistema di gestione per la qualità .


L'uso del marchio e la terminologia correlata devono essere tali da non ingenerare confusioni o fraintendimenti; fra gli altri, vanno considerati i seguenti aspetti:

  • l'Organismo di certificazione deve esercitare un attento controllo sulla proprietà , uso ed esposizione dei marchi e deve assicurare che questi non vengano utilizzati in modo da generare confusione sul mercato;

  • occorre distinguere chiaramente tra marchi di carattere "volontario " e marchi di tipo "obbligatorio"; i primi infatti sono prevalentemente rivolti al mercato ("commerciali") mentre i secondi hanno anche una funzione di attestazione di tipo giuridico nei confronti delle autorità  competenti;

  • il marchio deve essere univocamente correlato alle caratteristiche oggetto di attestazione;

  • chiara distinzione va fatta tra la pura e semplice certificazione di conformità  e marchi che assicurano la verifica dei processi produttivi, la sorveglianza sulla produzione e la valutazione e sorveglianza dei sistemi di gestione per la qualità  aziendali;

  • la proprietà  del marchio deve essere chiara ed il processo di rilascio trasparente;

  • l'applicazione di un unico marchio tramite percorsi diversi deve essere evitata;

  • i cosiddetti "marchi regionali", con scopo eccessivamente esteso e difetto di riferibilità  agli specifici organismi di certificazione, comportano il rischio di diluizione del loro significato e conseguente perdita di credibilità  e, come tali, vanno evitati;

  • l'uso dell'eventuale logo dell'Ente di accreditamento, congiuntamente al marchio di conformità , può ingenerare confusione nel mercato e va gestito con attenzione. In ogni caso, l'Organismo di certificazione è tenuto a fornire evidenza distintiva dei marchi afferenti a schemi di certificazione coperti o meno da accreditamento [17].

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Tesi di Laurea:
"Certificazione del software: problemi e metodi"

di Alessandro Febbo
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- Università delle Marche -
- Facoltà di Ingegneria -
- Marzo 2003 -

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