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Analisi del mercato e delle tendenze evolutive in atto

Il mercato dell'e-learning è vasto e costituito da tre principali aree di vendita che vanno tenute distinte: coloro che offrono i contenuti soddisfano esigenze diverse rispetto a chi propone i servizi o la tecnologia (D. De Paolis, 2001).
 Tra i primi si trovano gli editori di pubblicazioni tradizionali, di portali o di software, istituti di formazione, università  o centri di ricerca. La seconda area comprende le società  di consulenza, le aziende abilitate a dispensare certificazioni o le compagnie che propongono servizi di tutorato online. Infine, sul fronte della tecnologia, si posizionano le aziende specializzate in Lms (Learning management system), in tecniche video e audio o simulazioni, in strumenti di comunicazioni live, o ancora in Asp (Application service provider).

Sergio Patano, analista di Idc (famosa e quotata società  di ricerca statunitense), in un'intervista su IlSole24ore, delinea le tendenze del mercato dell'e-learning in Italia verso metà  dell'aprile scorso (M. Cappellini, 2002). A parte le cosiddette corporate university, ovvero quei gruppi tendenzialmente legati alle grandi aziende come Isvor Fiat o Sfera, il 95% del mercato italiano è composto da piccole società  entrate in massa nel mercato da un paio d'anni.
Di fronte a questa frammentazione, è molto probabile che una forma di selezione avverrà  nel medio periodo, ma questo non significa che adesso sia difficile inserirsi nel business per chi lo affronta per la prima volta.

 L'aspetto erogativo della formazione attraverso internet costituisce una tematica nuova anche per quelle società  che hanno alle spalle anni di esperienza in formazione, ma solo in quella tradizionale, per cui difficilmente possono approfittare dei vantaggi competitivi acquisiti in precedenza; per ora gli operatori partono tutti alla pari, o quasi.
L'assenza di barriere d'ingresso permetterà  ovviamente alle grandi multinazionali d'oltreoceano (soprattutto Canada) di varcare le Alpi alla conquista del giovane mercato italiano: ma avranno comunque bisogno di una partnership locale, per superare le resistenze linguistico-culturali.

Gli ultimi dati pubblicati sulle stime di crescita del mercato parlano di 4,6 milioni di euro spesi ogni anno dalle imprese italiane in formazione (U. Torelli, 2003), di cui però il peso delle tecnologie online è limitato al 1,6% del totale, anche se destinato a crescere al 6% entro il 2006; coerentemente, Idc (citato da Umberto Torelli, gennaio 2003), prevede che nel 2003 il mercato dell'e-learning varrà  in Italia circa 70 milioni di euro, con un incremento che toccherà  i 300 milioni di euro nei prossimi quattro anni.
A marzo del 2001, nonostante le cattive performance economiche di Stati Uniti e Giappone, sempre Idc aveva rivisto in crescita le stime per il 2004 del segmento e-learning, valutando in circa 23 miliardi di euro il valore del mercato mondiale (M. Vergeat, R. Cesaria, 2001). Ancora una volta, in valore assoluto, il contributo Usa è nettamente preminente (15,3 miliardi di euro), ma i maggiori tassi di crescita sono attribuiti all'Ue.

L'altro elemento significativo è che, sempre secondo Idc, metà  del valore sarà  dovuto alla produzione di un'offerta di softskill, invertendo così il trend che vedeva prima gran parte dei volumi realizzati dalla formazione sull'Information Comunication Technology. Oltre che sul fronte della collaborazione con le aziende, la potenzialità  di sviluppo dell'e-learning company italiane si gioca su tre filoni complementari (M. Cappellini, 2002).

Il primo è quello delle applicazioni a consumo, il cosiddetto Asp (Application Service Providing): l'Idc individua in questa soluzione il vero trend del mercato, la formula che assicurerà  la crescita in un Paese come l'Italia, costituito da un'ossatura di Piccola Media Impresa (PMI).
L'Asp, rispetto all'acquisto online di corsi già  pronti da frequentare su internet, consente di usufruire di alcuni servizi che, per quanto standardizzati, sono peculiari in tutte le caratteristiche alle piattaforme complete di e-learning, come il monitoraggio o il test.

Il secondo filone è legato alla richiesta, da parte dei clienti, di servizi sempre più completi, il che porta le aziende produttrici a non focalizzarsi su un solo segmento della catena della formazione online, ma a proporre un'offerta articolata, dalla consulenza all'assessment delle competenze, dalla preparazione dei contenuti didattici alla piattaforma tecnologica.

Il terzo trend infine, si individua nei contenuti di Knowledge Management (gestione delle competenze aziendali) e di Crm (gestione delle relazioni con il cliente).
Questi due ambiti per l'Idc sono strettamente confinanti al campo dell'e-learning perché presuppongono la diffusione della conoscenza attraverso gli strumenti dell'Information Comunication Technology; per questo si tende a garantire l'integrabilità  della piattaforma per la formazione con quella del Knowledge Management, se non addirittura a offrire servizi di questo tipo.

L'avvertenza da tener presente ricade sulla qualità  dei materiali erogati: la formazione online non deve ridursi ad una trascrizione di un manuale cartaceo in formato pdf, distribuito poi in rete. La scelta per eludere il rischio di riduttivismo cade su standard internazionali di diversa provenienza: ci sono le specifiche Cmi (Computer managed instruction) voluto dall'Aicc, l'ente americano dell'industria aeronautica; c'è ETB, un progetto Ue del V programma quadro, che ha dato il via ai Lom (Learning object metadata), specie di etichette che descrivono il contenuto di ciascuna unità  didattica che compone un corso o il materiale informativo (M. Cappellini, 2002).
Disporre di contenuti catalogati grazie ad un metodo standard riconosciuto e avvalorato come tale, vuol dire infatti la possibilità  di trasferirli da un'architettura all'altra, integrarli con altri materiali (sempre di provenienza certificata), oppure ancora saperli scegliere in base a caratteristiche e classificazioni univoche.

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Tesi di Laurea:
"E-Learning: metodi, modelli e ambienti per l'apprendimento a distanza nella Società dell'Informazione"

di Maria Elisabetta Cigognini
eli.cigognini@fastwebnet.it

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- Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM -
- Milano Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -
- Giugno 2003-
- Facoltà di Ingegneria -
- Marzo 2003 -