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L'apprendimento degli adulti

Non esiste un discrimen univoco per definire un'età  specifica di passaggio dal discente infantile all'allievo adulto, ma si possono individuare delle tassonomie che caratterizzano un modo consapevole di accostarsi a nuove esperienze di apprendimento.
Fondamentalmente possiamo individuare tre criteri indicativi:

  • Legale: dalla maggiore età  il soggetto acquisisce una serie di diritti e doveri propri del ruolo adulto.
  • Sociale: la persona viene riconosciuta adulta nel momento in cui assume determinati ruoli sociali, ad esempio quello di lavoratore.
  • Psicologico: attraverso ripetute esperienze di apprendimento l'allievo struttura una determinata organizzazione delle conoscenze e ha sviluppato delle abilità  di studio (stile mnemonico, visualizzazione, verbalizzazione). Inoltre ha una maggiore consapevolezza dei propri interessi e delle proprie inclinazioni (culturali, professionali, personali). In conseguenza di tutti questi frame mentali assimilati, l'allievo adulto si mostra più autonomo e attivo nel selezionare, elaborare e memorizzare le conoscenze ritenute congruenti con i propri interessi e bisogni di apprendimento.

Daniele Fedeli riprende i lavori di Reece e Walzer (Reece e Walzer, 1994, in D. Fedeli ,2001) per illustrare i tre principali domini dell'apprendimento:

  • Cognitivo: conoscenze e strategie cognitive che guidano l'apprendimento.
  • Psicomotorio: abilità  basate sulla destrezza motoria.
  • Affettivo: atteggiamenti ed emozioni coinvolti nell'apprendimento, con diversa consapevolezza e gestione dei propri stati emotivi, funzionali e non in contrasto con il comportamento razionale.

Ogni dimensione è scomposta in cinque livelli di complessità , tali per cui l'allievo si sposta gerarchicamente verso i livelli superiori, caratterizzati da una sempre maggiore padronanza ed elaborazione autonoma delle abilità  possedute.
L'utilità  di queste tassonomie si rivela strategica al fine di un processo educativo di successo, in quanto permettono di identificare le abilità  con cui ogni studente entra nel processo di apprendimento, di specificare a quale livello si collocano gli obiettivi da raggiungere, e infine, di valutare l'efficacia dell'azione formativa nel raggiungimento delle mete fissate. Pertanto, bisogna prevedere una maggiore partecipazione dell'allievo nel progettare nuovi apprendimenti, in modo tale che essi non entrino in conflitto con una struttura di conoscenze e modalità  cognitive-comportamentali sviluppate nel corso degli anni. Ovviamente ci saranno delle occasioni in cui l'adulto si confronterà  con argomenti e modalità  totalmente nuovi, ma anche in questi casi gli schemi cognitivi strutturati nel tempo lo indurranno euristicamente ad affrontare il nuovo in modo personale e coerente al suo precedente vissuto da discente.

Questa specificità  dell'apprendimento ha due forti implicazioni: da un lato, l'esperienza passata e le strategie cognitive ormai sviluppate sono una potenzialità  importante per ulteriori implementazioni (nuovi imput vengono memorizzati meglio se appresi per similitudine con il già noto); dall'altro però, gli stili di apprendimento posseduti, se rigidi, possono ostacolare la flessibilità  necessaria ad acquisire nuove abilità .

La fissità  mentale è lo scotto che l'essere umano deve pagare per la sua reattività  al già  noto, ma il bias spesso negli adulti accentua le difficoltà  d'apprendimento, specialmente per l'uso degli strumenti tecnologici e multimediali.
Gli adulti si accostano all'apprendimento con un bagaglio motivazionale fondamentale per la riuscita stessa del processo, in quanto la motivazione non risulta essere né punitiva né meritoria. Daniele Fedeli ricorda la classificazione di Houle per differenziare gli allievi dal punto di vista motivazionale: (Houle, 1992, in D. Fedeli 2001)

  • Studenti orientati all'obiettivo: si tratta di persone che decidono di apprendere al fine di acquisire conoscenze e abilità  necessarie a risolvere un compito specifico; risolto il problema, l'attività  formativa viene interrotta.
  • Studenti orientati all'attività  stessa: i soggetti pongono la loro attenzione sull'attività  stessa dell'apprendimento, più che sui contenuti; l'esperienza formativa è vista come occasione per stabilire reti e legami sociali.
  • Studenti orientati all'apprendimento: questi soggetti ricercano la conoscenza fine a se stessa: l'educazione continua è vista come forma di crescita personale, verso livelli sempre più coscienti di autorealizzazione.

Lo studente adulto che si accosta ad una nuova esperienza d'apprendimento impiega tempo ed energie per valutare se le proposte educative rispondono ai propri interessi. Normalmente, questo processo si compone di diverse fasi, da tener in considerazione nella realizzazione di un'esperienza formativa:

  1. Decisione di iniziare ad apprendere: implica il riconoscere un proprio gap formativo. è fondamentale la convinzione di potersi impegnare con successo in un'attività  di apprendimento.
  2. Individuazione dell'obiettivo: l'allievo decide l'obiettivo da raggiungere e lo standard di risultato accettabile. E' importante calibrare bene gli obiettivi prefissati, onde evitare frustrazione se troppo complessi e demotivazione per esperienze successive.
  3. Raccolta delle informazioni: il futuro discente si informa sulle diverse opportunità  formative offerte all'interno della comunità . Questa fase viene guidata dalle motivazioni, in quanto si privilegeranno le proposte più inclini alle proprie spinte motivazionali.
  4. Scelta dello strumento di apprendimento:
    si pone il problema di che tipo di metodologia adottare: autodidatta, ausilio di supporti informativi vari (libri, videocassette...); anche questa fase sottende nella sua valutazione le motivazioni che guidano l'allievo.
  5. Implementazione: si valutano le risorse disponibili realmente.

Si propone a seguito un decalogo indicativo per la creazione di un modello di apprendimento consono all'allievo adulto:

  1. Rispettare l'autonomia e la responsabilità  del discente:
    L'adulto richiede un ruolo attivo e partecipativo che inevitabilmente incide sulla figura del docente, non più unico depositario delle scelte del processo formativo.
  2. Riconoscere il ruolo dell'esperienza passata:
    Non si può prescindere dalle inevitalibi inferenze dell'adulto nell'apprendimento rispetto al suo vissuto precedente.
  3. Incentivare il coinvolgimento e la partecipazione diretta:
    Programmazione curricolare, modalità  didattiche, scansione temporale devono essere conosciute dal discente per avvalorare maggiormente il suo livello motivazionale e il suo coinvolgimento nell'ambito educativo.
  4. Adottare metodologie di insegnamento esperenziale:
    Esperimenti cognitivi sulla memoria sottolineano come il fare lasci il 90% di conoscenza rispetto solo al 30% del leggere di un argomento prima sconosciuto.
  5. Contrastare le abitudini negative:
    Il bias negativo determinato da esperienze precedenti deve essere smorzato per prevenire approcci poco producenti in partenza.
  6. Valorizzare le differenze individuali:
    Il confronto costruttivo e collaborativo porta all'immedesimazione e alla presa di coscienza de diversi punti di vista. Il saper cogliere le differenze accresce il processo stesso di formazione.
  7. Partire dai problemi e da situazioni reali:
    Il concreto guida la conoscenza con una forza di ancoraggio al reale maggiore di qualsiasi astrazione e teorizzazione. Il vantaggio di operare con persone adulte, dotate quindi di un bagaglio esperenziale cospicuo, risiede proprio nella possibilità  di poter   spaziare in numerose situazioni esemplificative a cui riferirsi per le nuove conoscenze.
  8. Indurre aspettative positive:
    Si intende qui l'incoraggiamento di quegli atteggiamenti attivi e di coinvolgimento che possono contrastare situazioni di precedenti insuccessi.
  9. Favorire motivazioni intrinseche:
    Gli adulti in generale sono motivati internamente (classificazione di Houle), non sono sottomessi a moventi esterni (lodi o il timore di punizioni). La crescita formativa per il miglioramento del sè e delle proprie aspirazioni à l'atteggiamento più produttivo per affrontare un processo di apprendimento nell'età adulta.
  10. Caratteristiche cognitive:
    La presa di coscienza del proprio stile cognitivo agevola l'apprendimento.

Un'ulteriore dicotomia che caratterizza il processo di apprendimento nei discenti adulti pone l'accento sulle diversità  metodologiche delle attività  educative, ovvero fra apprendimento centrato sul compito e apprendimento di abilità  complesse.

Nell'apprendimento basato sul compito (addestramento) si mira essenzialmente a trasmettere specifiche competenze, volte a promuovere nelle persone l'esercizio di una particolare performance.
Il focus dell'intervento formativo è rivolto su un compito specifico; l'attenzione è volta soprattutto alla trasmissione di elementi nuovi, che non sono già  presenti nel repertorio comportamentale del soggetto. L'obiettivo da raggiungere è estremamente specifico o circoscritto, e promuove una maggiore omogeneità  nella performance degli allievi. Il discente assume un ruolo sostanzialmente passivo riguardo gli aspetti didattici (obiettivi, metodologie, ritmi d'insegnamento, modalità  di verifica), decisi esclusivamente dal docente.

L'apprendimento di abilità  complesse (formazione) indica   "le operazioni di carattere educativo che hanno come scopo i cambiamenti comportamentali (sapere, saper fare, saper essere) che sono collegati, o sono necessari, per compiere un insieme di azioni che configurano un compito, un ruolo, una responsabilità   (Fernandez, 1992 in D. Fedeli ,2000).
Da questa definizione si possono mettere in luce tre aspetti caratterizzanti della formazione:

  1. Si producono cambiamenti nei rapporti comportamentali della persona discente.
  2. I cambiamenti in questione avvengono a livello delle conoscenze possedute (sapere), degli atteggiamenti (saper essere) e delle azioni (saper fare).
  3. Queste modificazioni comportamentali sono funzionali all'assunzione di un ruolo o di una responsabilità : la formazione è finalizzata a migliorare la performance della persona discente in un compito.

La formazione risulta essere un processo globale rispetto all'addestramento, riguardando lo sviluppo completo delle potenzialità  e delle risorse individuali.
Uno degli obiettivi del processo formativo coincide con la capacità  di condurre lavori di gruppo: dall'interagire in maniera assertiva all'abilità  di negoziare gli obiettivi e scelte operative. L'uomo è un animale sociale, in particolare nelle sue attività  produttive: la crescita cognitiva di un discente adulto non può prescindere dalla gestione dei conflitti per il conseguimento del comune obiettivo lavorativo, dal riconoscimento delle proprie e delle altrui emozioni, dalla valutazione del processo di gruppo e dei risultati raggiunti.
La padronanza di tali competenze deriva dall'attivo coinvolgimento dell'allievo nel modificare ad arricchire il proprio patrimonio di abilità  a più livelli, più che dalla semplice ricezione passiva di nuove conoscenze.

  La formazione implica una modificazione della propria visione del mondo e delle proprie credenze di fondo.

tabella1
  

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Tesi di Laurea:
"E-Learning: metodi, modelli e ambienti per l'apprendimento a distanza nella Società dell'Informazione"

di Maria Elisabetta Cigognini
eli.cigognini@fastwebnet.it

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- Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM -
- Milano Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -
- Giugno 2003-
- Facoltà di Ingegneria -
- Marzo 2003 -