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Stima del fenomeno della frode a mezzo carta di credito

Il fenomeno delle frodi a mezzo carta di credito possiede una dinamicità tale, che appare quasi impossibile realizzare un monitoraggio fedele della sua incidenza quantitativa58.

Tuttavia, secondo le più autorevoli fonti di indagine, i dati disponibili al momento sono i seguenti:

confronto fra i tassi di crescita delle frodi (fonte VISA, rielaborata dall'Università di Trento, anno 2000)
Tabella 1: confronto fra i tassi di crescita delle frodi (fonte VISA, rielaborata dall'Università di Trento, anno 2000)

In un comunicato del 29 Settembre 2000, Visa (la nota azienda responsabile del circuito internazionale che presiede alle transazioni commerciali che avvengono su carte di credito aderenti allo stesso circuito, ha stimato il tasso di crescita delle frodi in Europa in circa il 55,4% , rispetto al 25% degli USA.

Un altro studio pubblicato dalla Association for Payment Clearing Services (APACS) nel settembre 2000 denuncia l’incremento della contraffazione di carte di credito del 104% in Gran Bretagna, e delle cosiddette “card-not-present-fraud”59 del 146% determinando un incremento delle perdite del 53% nel solo Regno Unito.

Anche la Commissione Europea, nel febbraio del 2001, si è attivata al fine di “prevenire le frodi e le falsificazioni dei mezzi di pagamento diversi dai contanti”60, inviando una Comunicazione al Consiglio, al Parlamento Europeo, alla Banca Centrale Europea, al Comitato Economico e Sociale, ad Europol61. A tale documento è stato annesso anche un Action Plan.

Il documento in oggetto denuncia chiaramente che “con l’incremento delle operazioni di pagamento, le attività criminose si sono sviluppate a ritmo accelerato: secondo le stime, i profitti correnti delle frodi perpetrate nell’Unione Europea mediante carte di pagamento sono ammontati lo scorso anno a 600 milioni di euro, con un aumento di circa il 50%”62.  Tale ammontare corrisponderebbe allo 0,07% del fatturato delle carte di pagamento in UE.

Fra le meno allarmiste sono le stime di Visa e Mastercard63,  secondo cui non vi sarebbe una sostanziale differenza fra frodi tradizionali e frodi on- line (lo scostamento sarebbe intorno allo 0,01% rispetto al totale delle transazioni concluse via Internet); ciò nonostante che le transazioni su Internet causino il 47-50% del contenzioso avente ad oggetto l’uso delle carte di credito64

Peraltro, non esiste nella letteratura internazionale una definizione giuridica unitaria di Internet fraud65, ossia di frode commessa con uso di carta di credito su Internet. Fra le tante classificazioni, vi è quella adottata dall’Internet Fraud Compliant Center (IFCC)66 secondo cui esisterebbero ben nove tipologie di frode su Internet:

  • Financial institution fraud (frode finanziaria), ovvero  “i casi di falsa rappresentazione, di simulazione o comunque di occultamento di dati ed informazioni, a danno di soggetti economici, finalizzati alla realizzazione di uno schema fraudolento”67. Tali fattispecie criminose sono particolarmente connesse con l’uso indebito di carte di credito/debito;
  • Gaming fraud (gioco d’azzardo). E’ il caso delle frodi realizzate nel settore delle scommesse;
  • Communications fraud. Appartengono a questa categoria le frodi consumate nello sfruttamento di un sistema di comunicazione per il trasferimento di informazioni. Si pensi al furto di reti satellitari, wireless (ossia ai sistemi di connessione senza filo), via cavo;
  • Utility fraud (frode al servizio). E’ il caso della frode nei confronti di un soggetto istituzionale che eroga un servizio essenziale, sotto controllo governativo (gas, acqua, energia elettrica);
  • Insurance fraud (frode assicurativa). Vi rientrano le “false rappresentazioni, da parte dell’assicuratore o dell’assicurato, delle indennità e dei massimali previsti in caso di danno [… ma anche] i tentativi di ottenere risarcimenti o rimborsi per eventi dannosi mai verificatisi, le falsificazioni o comunque le alterazioni di dati ed informazioni al fine di modificare le dinamiche di un fatto”68;
  • Governement fraud (frode nei riguardi dello Stato). Questa categoria contempla quei comportamenti criminosi volti a danneggiare lo Stato, come, ad esempio l’evasione fiscale;
  • Investment fraud (frode negli investimenti);
  • Business fraud, ossia le frodi commesse da soggetti di natura imprenditoriale (bancarotta fraudolenta, violazioni del copyright);
  • Confidence fraud, ossia tutti quei casi in cui vengono ingannati la buona fede e l’affidamento del terzo (mancata consegna della merce acquistata, le cosiddette “catene di Sant’Antonio” etc…).


Categorie di frode su Internet (fonte: IFCC 2000)
Fig 2- Categorie di frode su Internet (fonte: IFCC 2000)

Sulla base delle stime fornite dall’IFCC, raccolte in uno studio intitolato Six-Months Data Trends Report, relativo al periodo Maggio-Novembre 200069, è stato elaborato il seguente grafico riassuntivo.

L’incidenza dell’uso delle carte di pagamento sulle frodi compiute su Internet risulta marginale (circa il 5%) a fronte delle frodi commesse sui siti d’asta e alle frodi per mancata consegna della merce pagata.

Le perdite di entità maggiore avvengono nelle frodi finanziarie (a fronte di un’incidenza dell’1%). Ciò evidenzia come il comportamento criminoso tenda, nei casi di maggiore incidenza complessiva del fenomeno, a realizzare profitti illeciti basandosi su transazioni di piccola entità, che risultano esse pertanto essere il tipo di frode più frequente.

E’ difficile tracciare un  profilo del criminale che abusa delle carte di credito. Dalle statistiche risulta che nel 60% dei casi si tratta di individui; nel 22% di aziende e per il 18% di individui ed aziende insieme. Nell’81% dei casi si tratta di maschi.

Più identificabili, invece, le vittime: sono maschi (nel 92,1% dei casi) di età compresa tra i 20 e i 39 anni.

Le modalità di contatto fra criminale e vittima sono le più diverse: il mezzo certo più pericoloso nel campo delle frodi su Internet è l’e-mail (52,9%), seguita dalle pagine web (38,1%), dalla posta tradizionale (19,5%), per finire con  il telefono (4,4%), il materiale stampato (1,1%), le “chat room” (luogo virtuale ove è possibile scambiare messaggi in modalità sincrona con altri utenti) (0,6%), il contatto personale diretto (0,7%) ed infine il fax (0,4%).

Tuttavia va detto che spesso il comportamento fraudolento si avvale di più strumenti di contatto contemporaneamente o combinati nel tempo: spesso infatti le vittime vengono dapprima contattate via e-mail, poi attraverso la posta ordinaria.



58Malagò T., Mignone M., op. cit.,
59di tali  fattispecie criminose si tratterà più avanti. Cfr.
60Ult.op.cit.
61il documento è reperibile all’indirizzo: http://www.europa.eu.int. alla voce COM (2001) 11 definitivo, 9 febbraio 2001.
62Ult. fonte cit., nota 3,
63Wilson R. F., “How Widespread is Credit Card Fraud against Merchants?”, Web Commerce Today, Issue 32, 15 marzo 2000, reperibile all’indirizzo internet: http://www.wilsonweb.com/wct3/fraud-problem.htm
64Si veda a tal proposito l’articolo “Net Transaction Cuase Credit Card Disputes”, reperibile all’indirizzo internet:
http://www.nua.ie/surveys/?f=vs&art_id=905354793&rel=true e anche Millar S., “UK: Guide to Fraud on the Net Alarms Bancks and Police”,Guardian, 3 marzo 2001,
65Malagò T., Mignone M., op. cit.,
66Si veda a tal proposito il sito: http://www.ifcc.org
67Ult. indirizzo internet cit.
68ult.op.cit.,
69Lo studio è reperibile al sito internet: http://www.ifcc.org


Tesi di laurea in dirtitto penale commerciale:
“La rilevanza penale del commercio on line”

di Nicolò Antonio Piave


- Università degli Studi di Cassino -
- Facoltà di Economia -
- Corso di laurea in Economia e Commercio -
- Anno Accademico 2003/2004 -