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Premessa

La continua evoluzione del fenomeno delle transazioni economiche su Internet pone una serie di problemi circa la tutela dei consumatori in questa nuova modalità di scambi commerciali.

L’utilizzo degli strumenti informatici per concludere contratti a distanza implica la necessità che gli autori delle transazioni possano fare reciproco affidamento, e ciò ha indotto il legislatore ad approntare  misure giuridiche idonee a contrastare i cd. “cyber crimes”.

Inoltre, l’importanza strategica assunta dal commercio elettronico, per le aziende che intendono espandere le loro quote di mercato ed aprirsi al mondo globalizzato, impone una grande determinazione nell’arginare fenomeni frodatori, i quali possono ridurre la fiducia degli operatori economici e determinare un ridimensionamento del mercato “on line”.

Il primo capitolo offre una definizione di commercio elettronico e ne esamina gli aspetti essenziali connessi alla funzionalità e ai caratteri distintivi di Internet. In particolare viene evidenziato il carattere transnazionale della Rete, che comporta degli ostacoli nella repressione dei reati commessi all’estero e la difficoltà di identificazione del reo, dovuta alla possibilità di utilizzare tecniche informatiche che garantiscono l’anonimato in Internet.
Infine si esaminerà, con l’aiuto della l. 62/2001 il ruolo dell’Internet Provider, responsabile della fornitura dell’accesso ad Internet, nel caso di illecito penale commesso da terzi, suo cliente, attraverso un sito web.

Il secondo capitolo tratta della l. 547/93, che ha introdotto diverse novità nell’ordinamento italiano, utili per il contrasto di diversi schemi frodatori molto frequenti nel commercio “on line”. In particolare, si esamineranno  nell’ordine: l’art. 392 c.p. (esercizio arbitrario delle proprie ragioni); l’art. 420 c.p. (attentato ad impianti di pubblica utilità); l’art. 615 ter c.p. (accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico) ; l’art 615 quater c.p. (detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici) l’art. 615 quinquies c.p. (diffusione di programmi diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico); l’art. 635 bis c.p. (danneggiamento di sistemi informatici e telematici); l’art. 640 ter c.p. (frode informatica).

Il terzo ed ultimo capitolo prende in esame il fenomeno della frode a mezzo carta di credito, che si basa sulla flessibilità di utilizzo dello strumento di pagamento per transazioni commerciali per via telematica sia presso gli esercenti sia su Internet.

Si farà poi un breve esame delle tecniche più adottate per compiere tale genere di frodi, ponendo in evidenza la continua correlazione tra il mondo tradizionale delle transazioni commerciali e quello virtuale di Internet.

Infine, si esaminerà la normativa penale che reprime in particolare l’utilizzo abusivo delle carte di credito, contenuta nella l. 197/91, evidenziando come parallelamente al dato normativo è necessario diffondere nelle coscienze dei consumatori la cultura della sicurezza: attraverso campagne di sensibilizzazione e promozione, volte a sviluppare un uso più consapevole di Internet, infatti si potrà anche sconfiggere l’errata credenza secondo cui Internet offre un maggior rischio di frode rispetto ai contesti commerciali tradizionali.


Tesi di laurea in dirtitto penale commerciale:
“La rilevanza penale del commercio on line”

di Nicolò Antonio Piave


- Università degli Studi di Cassino -
- Facoltà di Economia -
- Corso di laurea in Economia e Commercio -
- Anno Accademico 2003/2004 -