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Introduzione

Il fenomeno del software libero/open source ha attirato l’attenzione di un pubblico relativamente vasto solo negli ultimi anni, sebbene le sue origini ufficiali risalgano alla prima metà degli anni ottanta e le pratiche di condivisione del software siano rintracciabili fin dalle origini della scienza informatica. Molto spesso interpretato erroneamente come un movimento anti-Microsoft, sovente considerato un modello di sviluppo capace di produrre solamente software di qualità amatoriale e molte volte confuso con il software freeware, gratuito ma non “libero”, recentemente è stato ampiamente rivalutato da aziende e istituzioni nonché dalla letteratura accademica, che lo ha reso oggetto di studi approfonditi in svariati campi.

In particolare, la ricerca economica ha cercato di spiegare la viabilità di un modello apparentemente assurdo dal punto di vista economico, provando a capire le motivazioni delle aziende che lo hanno scelto per le loro attività; la psicologia sociale si è chiesta invece quali siano le ragioni che spingono un così alto numero di programmatori a contribuire in forma volontaria ai progetti open source; alcuni autori hanno cercato di spiegare il fenomeno dal punto di vista giuridico, interrogandosi sul modo in cui esso ri-articola l’idea di proprietà intellettuale; altri, sulla scia delle intuizioni del programmatore Eric S. Raymond, hanno tentato un paragone tra il movimento del software libero/open source e le società arcaiche, richiamandosi agli studi sul dono e contestualizzandoli in un quadro econonomico post-scarsità; infine, alcuni studi di tipo più marcatamente ingegneristico hanno cercato di spiegare il fenomeno dal punto di vista dell’architettura del codice.

Questa tesi si pone due obiettivi: da un lato, abbozzare un quadro complessivo, nel tentativo di fare chiarezza e delineare un punto della situazione in merito ad un fenomeno variegato e multisfaccettato che è stato spesso interpretato confusamente; dall’altro, cercare dei nodi di congiunzione tra le interpretazioni del fenomeno proposte dai diversi ambiti accademici in un’ottica multidisciplinare, giustificata dalla stessa natura caleidoscopica dell’oggetto studiato.

Rimandando ad altre sedi una completa revisione critica della letteratura prodotta sul software libero/open source, mi sono limitato a formulare un discorso che metta in evidenza i legami e le intersezioni possibili tra le diverse discipline in merito ad un fenomeno che può essere considerato, a tutti gli effetti, di “frontiera”.

Nel corso di questo lavoro ho ritenuto utile affiancare allo studio della letteratura accademica un’intensa attività di relazione in Internet, attraverso la partecipazione a forum e mailing list. Di particolare stimolo è stata la partecipazione saltuaria a Wikipedia e l’attività di editore nell’Open Directory Project, due progetti ispirati al modello di sviluppo free software/open source.

Inizio la trattazione di questa tesi ripercorrendo la storia della nascita e dello sviluppo del software libero/open source, cercando di mettere in luce le continuità tra le prime pratiche di condivisione del software, agli albori della scienza informatica e le loro più recenti evoluzioni.

In un secondo momento propongo una definizione del software libero/open source, evidenziandone le caratteristiche principali, i limiti al suo sviluppo e alla sua diffusione e descrivendo i modi in cui si articola il suo modello economico.

Verranno poi affrontate le motivazioni dei partecipanti al modello di sviluppo, analizzando le consuetudini degli sviluppatori alla luce del dibattito attualmente in corso in ambito sociologico e psicologico sulle comunità virtuali.

Nel quinto capitolo, riferendomi alle teorie di più ampio respiro sulla società dell’informazione, con il proposito di indagare sulle capacità del modello di stimolare un rapporto più partecipato e consapevole nei confronti degli strumenti telematici, propongo un parallelo tra il modello di intelligenza collettiva descritto da Levy nella sua opera più celebre e il modello free software/open source discutendone l’espansione ad altri ambiti oltre a quello del software.

Nei capitoli sesto e settimo, infine, fornisco un quadro dei possibili ruoli assegnabili al software libero/open source nelle Pubbliche Amministrazioni e nei cosiddetti Paesi in Via di Sviluppo, con particolare attenzione ai processi di sviluppo locale e ai processi in corso verso l’eGovernment, e l’eDemocracy.


Tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione:
"Il software libero Open Source. Una dimensione sociale"

di Andrea Todon


- Università degli Studi di Trieste-  
- Facoltà di Scienze della Formazione -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -

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