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Le motivazioni dei partecipanti

Due degli studi sopra citati, FLOSS  e BCG/OSDN , indagano le motivazioni che spingono gli sviluppatori a partecipare ad un progetto open source.

Secondo entrambi gli studi gli intervistati indicano come ragione principale della partecipazione ad un progetto open source la possibilità di apprendere nuove abilità e espandere e condividere le proprie conoscenze.

Discreta importanza, anche se meno marcata, viene attribuita all’opportunità di partecipare ad una nuova forma di cooperazione, alla convinzione che il software non debba essere un bene proprietario e alla necessità di risolvere un problema tecnico non disponibile con le applicazioni già esistenti.

Gran parte degli intervistati considera la partecipazione ad un progetto open source un’attività creativa e stimolante.

I benefici derivanti dalla partecipazione sono principalmente l’accrescimento delle proprie basi di conoscenza e il senso di gratificazione personale derivante dall’aver contribuito alla crescita del progetto.

Il tema della motivazione degli sviluppatori di software libero/open source è stato analizzato da vari studiosi del fenomeno, attraverso approcci differenti.

La psicologia motivazionale offre uno schema attraverso il quale classificare le differenti motivazioni degli sviluppatori.

Deci e Ryan  distinguono nel campo della motivazione umana motivazioni intrinseche e motivazioni estrinseche. Le prime vengono così definite:
…the doing of an activity for its inherent satisfactions rather than for some separable consequence.

Riguardano attività che vengono svolte indipendentemente da fattori esterni, soltanto per la gioia di farlo, per accrescere in qualche modo la propria autostima.

Le altre invece riguardano le attività motivate dalla speranza o dalla certezza di ottenere in cambio una ricompensa di qualsiasi tipo oppure per adempiere a degli obblighi.

Gli sviluppatori di software libero/open source sono spinti, all’interno di questa struttura, da entrambi i tipi di motivazioni.

Una forte rilevanza sembrano avere le motivazioni intrinseche basate sul puro divertimento, che spingono gli sviluppatori a contribuire per soddisfare la curiosità intellettuale, mettere alla prova le proprie capacità e confrontarsi con nuovi problemi.

L’importanza di questa istanza è confermata dalle stesse origini del software libero  , che indicano come la curiosità e il desiderio intellettuale di scoperta rappresentassero dei grossi stimoli per i primi hackers.

Anche se lo stimolo intellettuale e la passione per la programmazione rappresentano senza dubbio una ragione fondante della partecipazione ai progetti open source, non sono capaci di spiegare cosa spinga i programmatori a condividere le proprie realizzazioni e a preservare l’apertura del proprio codice.

Alcune risposte possono essere trovate nella categoria delle motivazioni intrinseche basate sullo spirito di appartenza ad una comunità: i programmatori contribuirebbero per il piacere personale di partecipare ad un progetto condiviso e soddisfare così un bisogno di relazione. A fornire una base per la creazione di uno spirito comunitario intervengono convinzioni etiche basate, nel caso del software libero/open source, sull’idea che il codice rappresenti un veicolo informativo e che la sua consultazione debba essere disponibile a tutti.

Il rispetto di tali motivazioni etiche viene assicurato attraverso l’applicazione delle licenze. Nella prospettiva di Camp e Syme , codice e licenze forniscono una struttura attraverso la quale governare l’informazione. Inoltre, differenti licenze sottendono a differenti visioni della società. Le licenze permissive garantiscono ad ogni partecipante il diritto di non vedere sprecato il proprio sforzo nei confronti della comunità. In poche parole rendono più semplice l’atto del donare.

Raymond  attribuisce grande importanza a questo genere di motivazioni intrinseche e assume che il loro attualizzarsi sia da attribuirsi ad una forma di economia del dono, piuttosto che dello scambio. Descrivendo la cultura open source come un’adattamento all’abbondanza, favorita dalla sempre più ampia disponibilità di spazio su disco rigido e di ampiezza di banda, individua nel dono lo strumento attraverso il quale si attualizza il gioco della reputazione tra i pari.

L’importanza delle motivazioni intrinseche basate sul senso di appartenenza ad una comunità è attestata dalla crescente tendenza attuale, favorita dalle reti di comunicazione distribuite, a costituire aggregazioni basate su principi etici e relazionali, in reazione ad una predominante tendenza all’atomizzazione e all’assottigliamento dei legami sociali.
… la comunità virtuale rappresenta, in una società fortemente tecnologica, differenziata e segmentata, segnata dal valore “mercato”, il ritorno di un’esperienza di socialità più vicina alla dimensione dell’agire solidaristico, un ritorno a modalità/opportunità di ricostruzione di legami sociali ed intersoggettivi non utilitaristici.

Oltre alle motivazioni intrinseche, che sembrano ricoprire molta importanza nel mondo del software libero, dobbiamo segnalare anche diversi tipi di motivazioni estrinseche.

Segnalata già nel celebre saggio di Raymond, particolare importanza sembra rivestire la motivazione nota come “scratching an itch” . Molti progetti open source nascono dalla necessità di qualche programmatore di risolvere un problema tecnico personale o dalla curiosità di affrontare un nuovo problema di programmazione. E’ il caso del kernel Linux, nato dalla necessità di Torvalds di poter disporre di un sistema Unix sul proprio 386 e di molti altri progetti. Facciamo notare che le motivazioni degli sviluppatori nella partecipazione ad un progetto variano in relazione a diversi parametri: coinvolgimento in termini di tempo ed esperienza dei partecipanti, stato di sviluppo del progetto e possibilità di evoluzione dello stesso.

La necessità di una certa applicazione sembra essere un motivo scatenante in particolare per il lancio di un progetto. Gli sviluppatori sono invogliati a liberare il proprio codice dalla convinzione di poter disporre di un software funzionante lavorando meno, grazie all’aiuto dei co-sviluppatori.

Questa istanza è particolarmente importante se si pensa che molti degli sviluppatori open source provengono dal mondo accademico, ambito in cui l’innovazione e la ricerca occupano un posto di primo piano.

Attuando un’analisi economica delle motivazioni dei partecipanti, basata sul calcolo dei costi e dei benefici, Lerner e Tirole  suggeriscono che i partecipanti siano spinti a collaborare quando i benefici derivanti dall’esterno superino i loro costi (in particolare in termini di tempo ed energie impiegate). Tra i benefici immediati, oltre alla soddisfazione della necessità di nuove funzionalità, vi è la retribuzione.

Nonostante il carattere largamente volontaristico del fenomeno open source, sono molte le aziende che pagano dei programmatori per partecipare ad un progetto, in modo che esso raggiunga in breve uno stato di usabilità, per influenzarlo in alcune direzioni cruciali per l’azienda o per garantirsi un’alto know-how dei propri dipendenti su quel prodotto.

Tra i benefici posticipati troviamo un’istanza legata a quest’ultima: molti sviluppatori utilizzano il mondo dell’open source come vetrina per rendersi appetibili alle aziende di software. Luoghi virtuali di accentramento come Sourceforge e Freshmeat, che collezionano le specifiche dei vari progetti open source, forniscono una rampa di lancio internazionale per i programmatori con più esperienza.

La possibilità di fare esperienza e migliorare le proprie competenze può essere considerato un ennesimo beneficio posticipato, con il quale guadagnarsi una retribuzione futura. L’ambiente di sviluppo open source offre la possibilità non soltanto di imparare a programmare, ma permette di introiettare uno stile di lavoro collaborativo e interattivo, adatto al lavoro in squadra, sempre più richiesto dalle aziende.

Nonostante i tentativi di diversi autori di ridurre le motivazioni dei partecipanti ad un unico comune denominatore, crediamo che nessun modello a sé stante riesca a rendere l’eterogeneità delle motivazioni degli sviluppatori, che variano sia per diversità di competenze tecniche degli stessi, per coinvolgimento all’interno dei singoli progetti e per anni di esperienza all’interno del mondo open source.

Le motivazioni, il tipo e la quantità dei contributi di un singolo partecipante variano nel tempo e sono collegati ad un processo di socializzazione all’interno della comunità.

In accordo con Tzouris , crediamo che per comprendere appieno il fenomeno dell’open source sia necessario adottare un approccio multi-disciplinare.

L’analisi economica, il modello organizzativo delineato dalle licenze, l’analisi motivazionale e le teorie sull’economia del dono, contestualizzate all’interno di un ambiente digitale, si complementano tra loro nella spiegazione di un fenomeno complesso e per certi versi nuovo.

Il nucleo di questo fenomeno che tocca temi quali l’organizzazione in rete, la proprietà intellettuale  e il dono va ricercato nel concetto (discusso e utopistico quanto utile) di comunità, che
…si presenta come un concetto ponte tra i vari saperi incrociando differenti ambiti teorico/disciplinari quali la sociologia, la psicologia, la psichiatria, gli studi urbani, la politica .


Tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione:
"Il software libero Open Source. Una dimensione sociale"

di Andrea Todon


- Università degli Studi di Trieste-  
- Facoltà di Scienze della Formazione -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -

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