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Open Directory Project (ODP)

L’Open Directory Project  è un progetto teso alla costruzione di una web directory interamente costruita attraverso l’apporto di editori volontari. Con il termine web directory intendiamo una lista ordinata, divisa per categorie e completa di descrizioni sintetiche e accurate di un’ampio numero di siti web, scelti in base a caratteristiche di qualità, funzionalità, utilità e originalità. L’esempio più popolare di web directory di tipo commerciale è rappresentato dalla Yahoo Directory , costruita attraverso l’apporto di centinaia di editori retribuiti.

Gli albori dell’Open Directory Project vanno rintracciati nell’iniziativa del programmatore Rick Skrenta, che nel 1998 diede avvio a GnuHoo, una directory costruita con l’apporto di editori volontari.

Similmente a quanto avviene nel processo editoriale “anarchico” di Wikipedia, GnuHoo permetteva la partecipazione di chiunque in maniera totalmente libera. Chiunque volesse partecipare poteva farlo scegliendo una categoria e cominciando ad aggiungere i siti che preferiva. Non vi erano al tempo né gerarchie che differenziassero lo status di ogni editore, né direttive e regole precise a cui attenersi. Frequenti erano i conflitti tra editori, spesso più interessati all’inserimento di siti per i quali nutrivano specifici interessi che alla creazione di una directory di qualità. La mancanza di direttive conferiva una bassa omogeneità nello stile editoriale e la qualità degli inserimenti non era sempre garantita. Comunque, pochi mesi dopo il suo lancio GnuHoo, che aveva cambiato il suo nome in NewHoo, sotto pressioni della Free Software Foundation spaventata dalla possibilità che la directory potesse essere confusa con il progetto Gnu, sperimentava un sempre maggiore successo di pubblico.

Nel 1999 NewHoo viene acquisito da Netscape per il suo sito Netcenter e cambia il suo nome in Open Directory Project. L’ODP Social Contract , attraverso il quale Netscape mette in chiaro i suoi obblighi nei confronti della comunità degli editori, garantisce lo status di libera fruibilità della directory, l’apertura al pubblico delle direttive editoriali e la disponibilità della base dati per il libero riutilizzo da parte di chiunque sia interessato.

Da questo momento in poi, le direttive di inserimento dei siti e di descrizione annessa si fanno sempre più precise e dettagliate, generando una sempre maggiore qualità ed omogeneità editoriale.

Poco tempo dopo verranno introdotte delle gerarchie tra editori, basate sull’anzianità (in termini di esperienza all’interno del progetto) e sulla competenza. In termini generali, gli editori più alti in gerarchia possono editare anche le categorie spettanti a editori di grado minore e hanno il compito di esaminare le richieste di partecipazione degli aspiranti nuovi editori e degli editori desiderosi di essere promossi ad una categoria superiore o di poter editare nuove categorie. Similmente a quanto avviene nel modello free software/open source le richieste di partecipazione al progetto richiedono l’inserimento di nuovi siti, completo di descrizione, per testare in maniera pratica le competenze del nuovo arrivato.

Il processo dell’Open Directory Project è completamente comunitario, basato sull’interazione tra gli editori attraverso numerosi forum, divisi per categorie di interesse e creati in base alle esigenze della comunità stessa.

A partire dal 2002 poi, viene istituito il Forum Pubblico ODP, di libero accesso al pubblico più ampio (e non solo agli editori, come avviene per i forum interni) che permette finalmente un’interazione tra gli utenti del servizio e gli editori, in un’ottica di sempre maggiore trasparenza. Grazie ad esso è inoltre possibile la messa in atto di quella legitimate peripheral participation che abbiamo indicato come punto di forza per l’apprendimento delle regole e delle pratiche da parte dei nuovi partecipanti. Attraverso il forum pubblico gli utenti possono infatti segnalare malfunzionamenti, carenze, fornire suggerimenti e proporre nuovi siti da inserire, facendosi così un’idea del processo editoriale e delle sue regole.

In piena sinergia con il modello free software/open source, sono nate anche numerose applicazioni sviluppate da alcuni partecipanti che forniscono degli strumenti per semplificare il lavoro degli editori, quali validatori automatici dei link e strumenti per tenersi aggiornati su particolari forum.

Attualmente l’Open Directory Project costituisce la più ampia e completa directory presente sul web, con la presenza di 590.000 categorie per circa quattro milioni di siti selezionati e 65.000 editori volontari.

La base dati di ODP è attualmente utilizzata da numerosi portali quali America On Line(AOL), che predispone una versione dei dati customizzata sulle esigenze dei suoi utenti e Google, che combina in Google Directory il proprio motore di ricerca con i dati ODP. L’unica regola cui devono sottostare i siti che utilizzano la directory ODP è la citazione della fonte attraverso l’inserimento di un banner finalizzato al reclutamento di nuovi volontari.


Tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione:
"Il software libero Open Source. Una dimensione sociale"

di Andrea Todon


- Università degli Studi di Trieste-  
- Facoltà di Scienze della Formazione -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -

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