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Software libero/open source nei PVS: progetti e usi concreti

Negli ultimi anni, sempre maggiore interesse è stato dimostrato da parte dei governi di alcuni paesi, in ritardo dal punto di vista dello sviluppo tecnologico, nei confronti dell’adozione di software libero/open source. Inoltre, numerosi investimenti in questo campo sono stati fatti dal settore privato, sia da operatori “puri” del software libero, quali le distribuzioni Red Hat, Suse e TurboLinux, sia da produttori di hardware e sviluppatori di DBMS, quali Hewlett-Packard, IBM, Sun, LG, Oracle e SAP.

In Brasile, su iniziativa del Presidente Luiz Ignacio Lula da Silva, è stata varata una raccomandazione che prevede l’adozione di software libero/open source in sostituzione al software proprietario da parte delle dipendenze del settore pubblico. Nel 2003, a questo proposito, è stato pubblicato un rapporto dal titolo “Free Software Implementation Guidelines” mirante a fornire indicazioni sulle modalità della migrazione. Nella città di Sao Paulo, il Telecenter Project mira alla creazione all’interno della città di un centinaio di centri telematici, ognuno dei quali dovrebbe essere in grado di servire circa tremila utenti, di libero accesso a tutti i cittadini.

La “Electronic Government Iniziative” alla quale sono affidati i compiti di creazione e gestione dei centri, conta nell’abbassamento dei costi derivanti dall’uso di piattaforme open source (Debian GNU/Linux e Linux Terminal Server) su un’infrastruttura hardware che prevede la presenza in ogni centro di un server e di venti terminali privi di hard disk. In questo caso, l’uso di tecnologia free/open source consente, oltre al taglio dei costi per l’acquisizione di licenze proprietarie, un’abbassamento dei prezzi complessivi attraverso il taglio delle spese per l’hardware.

Caratteristica interessante del progetto è la previsione di fornire costanti attività di formazione e assistenza. Sono infatti previsti corsi di formazione nell’ambito della grafica computerizzata, nella creazione di sistemi web, alfabetizzazione informatica di base e l’istituzione di un team tecnico di supporto al servizio degli utenti. E’ incoraggiata la produzione di articoli sulla vita della comunità a cui il centro fa riferimento e la creazione di materiale di supporto per l’apprendimento e la creazione di nuove prospettive occupazionali.

Numerose iniziative si stanno affacciando anche nel sud-est asiatico. In India, la Linux India Initiave, promossa dal governo, si sta occupando di organizzare gruppi di studio sul software libero/open source, centri di ricerca e gruppi di supporto all’adozione. Il Goa Schools Computer Project (GSCP), nato nel 1996, si è occupato della messa in funzione, all’interno delle scuole dell’isola, di circa quattrocento computer riciclati dotandoli di software completamente libero/open source, risparmiando sull’acquisto delle licenze e potendo godere del supporto dei Linux User Group locali. In Malesia è stato istituito un centro di riferimento per l’open source con compiti di assistenza e supporto all’adozione, alla certificazione del software e alla formazione. E’ inoltre in previsione lo stanziamento di fondi per compagnie informatiche indipendenti che si occupano di software a codice aperto.

Nelle Filippine il governo si è impegnato nella messa a punto di pacchetti si software libero/open source disegnati sulla base delle esigenze locali. Tra questi, una versione semplificata di Linux chiamata Bayanihan Linux. In Thailandia, il Ministro per l’ITC ha esplicitamente incoraggiato l’uso di software libero/open source nelle agenzie amministrative.

Cina, Giappone e Sud Corea hanno annunciato una collaborazione, da attuarsi insieme al settore privato, mirante allo sviluppo di sistemi software embedded  basati su Linux per l’uso all’interno di cellulari, macchine digitali e sistemi di navigazione satellitare.

In Sudafrica, attraverso un’approccio similare a quello adottato dall’Unione Europea,  si raccomanda, mediante il rapporto governativo “Using Open Source Software in the South African Government” , l’adozione di criteri economici e di merito nella scelta tra software libero e proprietario, suggerendo di preferire l’utilizzo di software libero quando il bilancio tra i vantaggi  e gli svantaggi diretti tra software proprietario e aperto sia da considerarsi equiparabile. Si sottolineano inoltre i vantaggi del software open source in merito all’indipendenza dai fornitori e in relazione alla maggiore sicurezza.

In Tajikistan, l’assenza di traduzioni delle distribuzioni proprietarie nel linguaggio locale ha stimolato la nascita di un progetto, guidato da Khujand Computer Technologies, teso allo sviluppo di una traduzione della distribuzione Mandrake Linux che potrà in seguito essere utilizzata  nelle scuole, nelle amministrazione e nel settore privato.


Tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione:
"Il software libero Open Source. Una dimensione sociale"

di Andrea Todon


- Università degli Studi di Trieste-  
- Facoltà di Scienze della Formazione -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -

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