Skip to content.
Logo tecnoteca

Portale Tecnoteca.it

Logo tecnoteca

Vai al sito aziendale Tecnoteca.com


 

La Open Source Definition

Nella seconda metà degli anni ’90 il software libero, grazie alla creazione di programmi molto importanti e alla diffusione di Internet tra un numero sempre maggiore di utenti non specializzati, si stava diffondendo in maniera crescente.

La nascita di riviste come Linux Journal e di iniziative editoriali specialistiche come quelle della O’ Really & Associates, che pubblica manuali di programmi, linguaggi e tecnologie software a codice aperto, in aggiunta ad alcuni saggi sul modello di sviluppo del software libero, tra i quali spicca “La cattedrale e il bazaar” di E. S. Raymond, hanno contribuito a donare credibilità e serietà al movimento, prima considerato soprattutto dalle aziende come qualcosa di amatoriale, inadatto agli sviluppi commerciali e alle esigenze delle grandi imprese.

Molte società che lavoravano principalmente nel software libero iniziarono a sentire l’esigenza di potersi espandere nel campo dei servizi alle aziende ed erano in cerca di una strategia per rendere loro appetibile il software libero.

L’ iniziativa venne da Eric Raymond e Bruce Perens, che pensarono che per rendere più accattivante il software libero alle aziende sarebbe stato necessario correggerne il nome.

Il termine “free software”, nella lingua inglese, può infatti prestarsi a equivoci e ambiguità, perché significa sia “libero” che “gratis”. Molte imprese si facevano così un’idea sbagliata di che cosa fosse realmente il software libero, concentrandosi di più sulla sua gratuità che sulla disponibilità del codice sorgente.

Nacque così la Open Source Definition, un documento basato sulle precedenti “Debian Free Software Guidelines” che definiva quali licenze avevano le caratteristiche adatte a rendere Open Source un determinato software. Le direttive di questo documento non si discostano molto da quelle fornite dalla Free Software Foundation per definire il software libero, ma tra le due posizioni vi è diversità di punti di vista.

L’Open Source Initiative, l’associazione nata per gestire la campagna Open Source e per certificare il software, ha posto l’accento sui vantaggi pratici derivanti dall’apertura del codice sorgente dei programmi e dall’adozione di questo tipo di software nelle aziende.

Ha avuto il merito di analizzare e far conoscere il modello economico alla base dello sviluppo free software/open source, mostrandone la sua sostenibilità.

La Free Software Foundation, invece, vede il fatto di mettere in risalto i vantaggi pratici dell’utilizzo di software a codice aperto come qualcosa di rischioso: il pericolo è che ci si dimentichi dei valori e dell’etica del software libero, basata sul concetto di libertà dell’utente.


Tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione:
"Il software libero Open Source. Una dimensione sociale"

di Andrea Todon


- Università degli Studi di Trieste-  
- Facoltà di Scienze della Formazione -
- Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione -

Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.0 Italia http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/it/