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Ricerca Azione

Non ci può essere un’educazione senza un progetto pedagogico e, le relazioni tra i soggetti portano alla creazione di nuovi saperi. All’interno della Ricerca Azione Partecipativa, Paolo Orefice[10] evidenzia come sia importante considerare alcuni punti cardine per ottenere un buon risultato, che possono essere applicati anche in campo extrascolastico ovvero:

  • In educazione all’interno della comunità locale.
  • Per gli operatori educativi.
  • Per un progetto di un’ unità didattica, il quale si suddivide nei seguenti stadi:
    1. Argomento.
    2. Problema.
    3. Saperi d’ingresso.
    4. Obiettivi disciplinari.
    5. Sequenza logica dei contenuti.
    6. Trattamento didattico dei contenuti.
    7. Risposta didattica.
    8. Saperi in uscita.
    9. Valutazione formativa.
    10. Valutazione dell’ unità didattica.

L’intervento educativo non è scindibile dall’analisi dei bisogni del pubblico, dalla realtà in cui vive il soggetto, dalle sue preconoscenze e dalla necessità di mantenere un filo conduttore tra i saperi iniziali e quelli di arrivo. Inoltre risulta fondamentale che l’intervento educativo non sviluppi saperi disciplinari scissi tra loro, ma che siano legati dalla risoluzione di un problema centrale, a livello di programmazione devono essere creati progetti per unità didattiche basati sulla valutazione dell’intervento educativo. Gli strumenti che vengono usati nel processo di ricerca azione partecipativa devono essere interattivi e multimediali. Diversamente da Lewin, Carr e Kemmis nel 1986 definirono la ricerca azione in educazione come termine che serviva per descrivere le attività inerenti allo sviluppo sia dei curricoli sia dei sistemi[11].

Kemmis inoltre ha realizzato una schematizzazione del modello di ricerca azione creato da Lewin che struttura nel seguente modo[12]:

  • Idea iniziale.
  • Ricognizione.
  • Piano generale suddiviso in fasi.
  • Attuazione.
  • Prima valutazione.
  • Revisione del piano.
  • Nuova suddivisione in fasi.
  • Attuazione.
  • Valutazione….

Queste sono accomunate da un’identificazione da parte dei partecipanti, di alcune strategie programmate sottoposte di conseguenza ad osservazione, riflessione e cambiamento. Diversamente dalla ricerca azione tradizionale, quella partecipativa punta a valorizzare l’attività del soggetto durante il processo invece che la sua osservazione, perciò pone maggiore considerazione alla produzione della conoscenza. La ricerca partecipativa è alternativa, in quanto valorizza una conoscenza e una comprensione non sperimentali ma intuitive, questo tipo di ricerca vorrebbe che una volta effettuate le scoperte, i soggetti le mettessero in pratica per apportare dei cambiamenti. In questo modo se l’informazione diventa facilmente accessibile, si ha la trasformazione in ricerca azione perché le modifiche si applicano in itinere.

Tesi Laurea di Rachele Pierotti

 "La ricerca azione on line: programmi collaborativi tra scuole in Italia"

 Relatore: prof. Antoni Calvani


Corso di Laurea di 1° livello per Formatore Multimediale

Facoltà di Scienze della Formazione

Università degli Studi di Firenze

anno accademico 2003-2004