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Ricerca Azione


I docenti sono stati messi di fronte ad una scelta che li delinea:

  • Come tecnici che trasmettono informazioni dall’esterno.
  • Come figure centrali che collaborano allo sviluppo del progetto.

Dopo aver considerato l’aspetto storico, dalle origini fino alle teorizzazioni più recenti della ricerca azione, cercherò di analizzare meglio i suoi aspetti più pratici. La Ricerca Azione è una metodologia che si basa sull’ alternanza tra azione e riflessione per risolvere un problema, viene formulata una prima ipotesi e si agisce, si analizzano i risultati ottenuti e si modifica l’ipotesi di partenza. Si differenzia notevolmente dalle altre tipologie di sperimentazione innanzitutto perché mantiene il legame con il ricercatore e, secondariamente perché è un sistema in divenire che ha l’obiettivo di eliminare la frattura di tempo che si crea tra la raccolta dei risultati e la loro messa in pratica. Alla ricerca-azione interessa la coerenza che nasce dal senso, dal significato che determinati fatti assumono per un individuo o per un gruppo.

Guardando in cosa si differenzia la ricerca azione dal metodo sperimentale, notiamo che nella prima non si ha un intervento prefissato, il ricercatore permette che l’ipotesi emerga durante il processo e lui stesso ne modifica l’andamento attraverso il monitoraggio continuo. L’obiettivo è quello di risolvere i problemi provando diverse strade. Nel metodo sperimentale invece si tenta di modificare la variabile indipendente per dimostrare che è la causa dell’effetto ottenuto. È dunque comprensibile come gli sperimentalisti accusino i ricercatori della mancanza di quell’ elemento che all’interno della ricerca è caratterizzante: il distacco dell’osservatore dalla realtà. Inoltre viene fatto notare che la modificazione in itinere del processo, può portare alla perdita del controllo della situazione.

D’altro canto le critiche dei ricercatori verso gli sperimentalisti sono altrettanto motivate, in quanto sostengono che la loro volontà a scomporre il metodo in variabili da tenere sotto controllo, porti a una perdita di significatività. In entrambi i lati il confronto tra i ricercatori di impostazione qualitativa e quelli di impostazione quantitativa ha messo in evidenza pregi e difetti dei due paradigmi[23].

Sul piano scientifico i ricercatori condividono nove caratteristiche della ricerca-azione[24]:

  • Approccio olistico al problema senza parcellizzazione della ricerca in aspetti settoriali o unilaterali, viene affrontata la situazione sottoponendo l’attenzione a tutti gli aspetti del processo educativo. La ricerca azione tenta di superare il modello che analizza un problema scomponendolo in problemi più semplici.
  • Significatività del tema di ricerca per gli attori,cioè per gli educatori e per i ricercatori, questi soggetti riflettono sui miglioramenti da apportare al problema che devono risolvere. Chi fa ricerca-azione deve tener presente il coinvolgimento attivo degli educatori.
  • Disponibilità del ricercatore a negoziare con gli educatori-attori le azioni da compiere, per prendere decisioni all’interno di un gruppo l’educatore detiene un ruolo più calzante per percepire e manifestare i problemi che possono nascere durante il compiersi dell’azione.
  • Intervento del ricercatore nelle azioni, il ricercatore diviene attore e perciò instaura all’interno del gruppo, dei rapporti educativi. Questo atteggiamento gli permette di ottenere una percezione globale del divenire dell’azione.
  • Assenza di un metodo educativo predefinito da applicare, ma la sua costruzione insieme al gruppo della ricerca azione , a partire da alcuni principi strategici e sulla base delle reazioni rilevate in corso d’opera, intervenendo direttamente durante lo svolgimento della ricerca, si incide nella definizione dei problemi e nella scelta dei metodi di ricerca. Il modello di partenza viene spesso modificato proprio perché la metodologia viene costruita in itinere.
  • Perseguimento dello sviluppo personale e professionale degli operatori-attori della ricerca-azione, gli attori cercano di migliorare la loro professionalità acquisendo una metodologia di lavoro che gli permetta di crescere anche a livello personale.
  • Emancipazione degli attori, i partecipanti diventano capaci di operare autonomamente grazie al miglioramento dei processi educativi garantendo la validità del metodo sperimentale.
  • Impiego di strumenti descrittivi per la valutazione dei risultati durante e alla fine della ricerca, tali strumenti vengono ricavati grazie al contributo di varie scienze come la fenomenologia, l’antropologia culturale e la psicologia sociale. Si focalizza l’attenzione sulla descrizione dei fenomeni cercando di comprenderne la complessità.
  • Produzione di un mutamento sociale, si tenta di definire nettamente la differenza tra la ricerca pedagogica basata maggiormente sulla conoscenza della realtà, e la ricerca-azione che si propone di cambiarla. Gli operatori della ricerca-azione hanno lo scopo di attuare un mutamento politico-sociale.

Tesi Laurea di Rachele Pierotti

 "La ricerca azione on line: programmi collaborativi tra scuole in Italia"

 Relatore: prof. Antoni Calvani


Corso di Laurea di 1° livello per Formatore Multimediale

Facoltà di Scienze della Formazione

Università degli Studi di Firenze

anno accademico 2003-2004