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Ricerca Azione


La consulenza secondo Aubrey, si distingue in tre modelli[17]:

  1. Purchase, viene individuato il bisogno e se ne cerca una soluzione, attraverso un metodo correttivo.
  2. Doctor-patient dove si attiva un trattamento adottando un metodo progressista tramite regole stabilite.
  3. Process, in cui si cerca di creare un’azione comune definendo una diagnosi interattiva attraverso l’introduzione di nuovi approcci. Quest’ ultima modalità rende necessario aver chiari i vari elementi e la loro intersezione.

Il facilitatore deve collaborare a stabilire dei collegamenti così da incoraggiare la partecipazione, e, come consulente deve consigliare i partecipanti per avviarli ai principi della ricerca-azione, deve possedere le qualità che gli permettano di fornire le informazioni su particolari aspetti del processo e del contenuto del progetto. Deve inserirsi in un programma che gli permetta di valutare sia l’insegnamento che l’apprendimento, nell’ambito scolastico i processi principali che deve compiere hanno un sistema circolare caratterizzato da tre procedure: sostenere, rivedere e mettere in dubbio[18]. I partecipanti non devono agire in modo gerarchico nel prendere le decisioni. Lo sviluppo della ricerca azione deve essere facilitato affinché possa essere valutata la situazione a livello organizzativo. Attualmente le ricerche risultano insufficienti per sostenere l’azione, e questa non ha caratteristiche che rispecchiano i canoni già conosciuti dai professionisti. Si può dedurre perciò che il facilitatore deve avere come obiettivo la trasformazione dell’apprendimento professionale per costruire in loro una conoscenza pratica. Un’ulteriore modalità di investigazione, la troviamo nella ricerca-azione collaborativa, che è stata analizzata nel 1985 da Guba e Lincoln [19] i quali ne hanno estrapolato i seguenti principi:

  • Credibilità, chi giudica il soggetto di indagine deve poter conferire alla ricerca una propria autenticità.
  • Trasferibilità, la conoscenza deve poter agevolare lo scambio di esperienze tra i professionisti.
  • Lealtà, lo studio deve poter rendere fede all’oggetto, attraverso testimonianze attendibili.
  • Confermabilità, in mancanza di pregiudizi sullo studio, esso diventa scrupolosamente oggetto d’esame.

La loro visione tende a unire il problema con la valutazione della ricerca, sotto un punto di vista dialogico- ermeneutico. Un’indagine, a loro avviso, dovrebbe fondarsi sulla negoziazione e la partecipazione dei soggetti che dovrebbero giungere ad un accordo sulla procedura da utilizzare, perciò si attiva un processo collettivo focalizzato su un campo più ristretto d’indagine. Dalla loro analisi emerge una corrispondenza tra i criteri di validità della ricerca sperimentale e quelli della ricerca qualitativa.

Perciò si verifica un parallelismo tra:

  • Validità interna e credibilità.
  • Validità esterna e trasferibilità.
  • Affidabilità e fidatezza.
  • Obiettività e confermabilità.

M. Finger nel 1988 attua una distinzione tra la ricerca-azione e la ricerca-formazione perché il concetto di ricerca in sé crea una definizione dell’ individuo in relazione all’istituzione e dunque assume un rapporto di esteriorità nei confronti del sociale[20]. La ricerca-formazione ridefinisce il rapporto con l’istituzione puntando alla trasformazione delle prospettive del soggetto. Finger definisce la ricerca-azione sotto una prospettiva principalmente politica. Proprio questa visione da un lato politica e dall’altro scientifica pone dei problemi a questo sistema. Sia la ricerca che l’azione creano dei cambiamenti di situazione e vengono messi in opera processi di appropriazione dei saperi e delle abilità che sono richieste. Per lui la conduzione della ricerca-azione è basata sulla formazione dell’attore e del ricercatore, altrimenti risulterebbe vana. L’attore ricercatore agisce a partire da un dato esistenziale, esperienziale. La sua formazione si basa sull’imparare a comprendere quanto siano costruiti artificialmente i dati scientifici, mentre la ricerca azione si basa sul riunire le ragioni del dubbio, sulla messa alla prova degli enunciati. Essa fa riferimento ai legami tra il linguaggio e la realtà che il soggetto utilizza per personalizzare la propria esperienza, perciò deve considerare i soggetti che devono parteciparvi e non vi sono abituati, la costruzione di una ricerca azione deve essere fondata sugli strumenti, ma anche su un linguaggio comunemente comprensibile. In Germania, Haang e Klafky [21] sostengono che la R.A deve essere organizzata per permettere la generalizzazione dell’esperienza, tramite l’adattamento a situazioni differenti e l’ applicazione di leggi e principi, con osservazione, raccolta di informazioni, registrazione di tracce che hanno modificato i risultati, il controllo e la valutazione degli effetti, l’ esplorazione delle varie dimensioni, l’analisi, l’interpretazione e la presa di coscienza. In Francia invece il principale teorico della Ricerca Azione è Barbier che stabilisce i principi che ne sono alla base:

  • La R.A che opera a livello istituzionale ha come principale obiettivo la conoscenza rigorosa e lucida della prassi istituzionale e di gruppo, condotta dal gruppo stesso per conoscere meglio la realtà e sapervi intervenire.
  • L’instaurazione di un rapporto tra ricercatore e operatori.
  • La verifica e la sperimentazione del gruppo nella prassi istituzionale, attraverso materiali tratti dal contesto in cui si opera.
  • Porre come obiettivo lo sviluppo della prassi collettiva.
  • I primi risultati della Ricerca Azione possono essere spiegati solo attraverso il loro inserimento pratico in una struttura. Per ottenere la loro generalizzazione si devono prevedere ulteriori fasi di ricerca.

Dal 1 al 5 febbraio 1992 ad Erice, in provincia di Trapani, si è svolto un seminario internazionale proprio sul rapporto tra ricerca azione ed educazione intitolato “ La ricerca azione per lo sviluppo educativo[22] nel quale è stato evidenziato il fatto che, sia i consulenti che i facilitatori possono apportare un grosso contributo per creare nei professionisti la volontà di sottoporre a ricerca i loro insegnamenti.

Tesi Laurea di Rachele Pierotti

 "La ricerca azione on line: programmi collaborativi tra scuole in Italia"

 Relatore: prof. Antoni Calvani


Corso di Laurea di 1° livello per Formatore Multimediale

Facoltà di Scienze della Formazione

Università degli Studi di Firenze

anno accademico 2003-2004