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Uso delle tecnologie per la costruzione e la collaborazione

L’uso della memoria condivisa permette una maggiore connotazione della comunità e favorisce la comunicazione tra i soggetti, inoltre permette a ognuno di estendere la portata dell’ azione. Le interconnessioni che si creano attraverso le varie raccolte di materiali, creano una spazio web dove tutti contribuiscono all’ aggiornamento inserendo propri link. Una memoria comunitaria crea due tipologie di risorse[22]:

  • Informative, di cui fanno parte esperti precisi come gli editor e i lettori.
  • La memoria esterna, dove i ruoli sono più flessibili.

Il processo di formazione di una memoria comunitaria si sviluppa in tre fasi di cui la prima è l’inseminazione, dove si creano le prime informazioni che vengono ampliate in itinere da ogni soggetto e danno inizio alla seconda fase della memoria detta evolutiva, l’alternarsi di questi due stadi implica una rivisitazione della memoria e perciò si attiva una re-inseminazione per cui tutti i contenuti devono essere vagliati e riorganizzati. Tra i problemi che si verificano in rete vi è quello della raccolta e organizzazione dei contributi di ogni gruppo, la memoria comunitaria dovrebbe agevolare l’utenza basandosi sulle esigenze dei partecipanti. La presenza degli esperti, favorisce la nascita di una comunità di pratica che, per partire, ha bisogno di persone informate e con un certo grado di esperienza. La figura dell’esperto è importante perché è quella che tiene sotto occhio l’animazione delle discussioni e la vivacità dei partecipanti proponendo di volta in volta nuovi temi che i partecipanti affrontano in rete[23].

L’esperto è affiancato da altre due figure, il community manager e il content manager con i quali si occupa di valutare il risultato del monitoraggio svolto sulle attività della comunità e di selezionare le strategie per animare le discussioni. La comunità diventa una memoria per la circolazione delle informazioni, ma non di tutte poiché c’è una parte di conoscenza che è trattenuta dai soggetti stessi. Una volta assorbite, le informazioni devono essere applicate professionalmente perciò a questo punto viene constatata l’efficacia dell’apprendimento. È importante che ogni intervento sia comprensibile al resto del gruppo perciò normalmente all’interno di una community si creano degli spazi in cui poter confrontarsi sul materiale a disposizione e dove creare delle rappresentazioni condivise come mappe concettuali. L’utilizzo delle tecnologie per il lavoro collaborativo può essere d’aiuto anche per registrare le discussioni inerenti alle professioni.

La memoria comunitaria proprio per come è concepita, permette:

  • L’estrapolazione e il riutilizzo del materiale.
  • L’astrazione dei concetti principali che permettono di fare una descrizione schematica del materiale[24].

Una comunità di pratica per poter funzionare bene ha bisogno che i suoi attori si possano incontrare una tantum anche se si tratta di un ambiente on line. Le tecnologie dovrebbero perciò permettere che la comunicazione tra i membri venga mantenuta divenendo esse stesse degli amplificatori.

Tesi Laurea di Rachele Pierotti

 "La ricerca azione on line: programmi collaborativi tra scuole in Italia"

 Relatore: prof. Antoni Calvani


Corso di Laurea di 1° livello per Formatore Multimediale

Facoltà di Scienze della Formazione

Università degli Studi di Firenze

anno accademico 2003-2004