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Uso delle tecnologie per la costruzione e la collaborazione


Una comunità ha un ciclo di vita composto da cinque fasi principali che Wenger [18] ha così riassunto:

  1. Potenzialità, affrontare situazioni simili senza condividerle.
  2. Coalizione, si crea unione tra i membri.
  3. Attività, ognuno si impegna per favorire il buon svolgimento della condivisione.
  4. Dispersione, non c’è una vera attività ma rimane l’unione delle conoscenze.
  5. Memoria, la comunità è vista come elemento significativo per l’identità delle persone anche se non esiste più come entità.

Una volta stabilito cos’è e come è composta una comunità, bisogna capire che ruolo assumono le tecnologie di informazione e comunicazione per svilupparne le potenzialità. L’ ICT ha permesso di creare nuovi strumenti per la condivisione della conoscenza come ad esempio i database e le reti informatiche proprio perché è nata l’esigenza di scambiare informazioni non solamente attraverso un documento. Fra gli strumenti utili per ottenere una buona ed efficace comunicazione in rete, vi sono le rappresentazioni grafiche e più specificatamente le reti semantiche, le mappe concettuali che si sono sviluppate dal settore dell’Intelligenza Artificiale. La condivisione della conoscenza necessita di una rappresentazione concettuale con la quale si possono comprendere meglio le interconnessioni fra gli elementi[19]. La rappresentazione grafica ha un duplice obiettivo, da una parte facilita la comunicazione e dall’altra favorisce la riflessione e la rielaborazione concettuale. Entrando nello specifico, una mappa concettuale è una rappresentazione logica e coerente di un argomento, realizzata con l’utilizzo di parole calde che vengono utilizzate come link fra due o più concetti. Sempre secondo Wenger[20], una comunità di pratica ha bisogno di una legittimazione della partecipazione che parte dall’ organizzazione che supporta la comunità, della negoziazione del contesto strategico dove l’organizzazione deve sviluppare il senso del collegamento tra la conoscenza e le sue strategie, inoltre necessita dell’armonizzazione delle conoscenze acquisite e di una gratificazione della partecipazione sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello formale, infine è necessario prevedere un supporto fornito da esperti esterni e da meccanismi informatici.

Tutta questa impalcatura deve avere una buona base di condivisione e collaborazione all’interno della comunità di apprendimento. Come abbiamo visto, uno degli aspetti che caratterizzano il ciclo di vita di una comunità è la memoria, che da un lato è costituita da documenti digitali da poter condividere e dall’altro dalle singole attività che ogni membro compie ogni giorno.

La memoria non è più considerata come un deposito passivo di conoscenze, ma come una rete nella quale si innestano i saperi di più soggetti[21]. La memoria comunitaria è costituita da una propria struttura e da propri supporti tecnologici che le permettono di:

  • Acquisire e aggiornare i contenuti.
  • Identificare i materiali che risultano utili per svolgere un compito.
  • Creare un sistema gestionale riconoscibile.

Il mantenimento della memoria comunitaria come aspetto da condividere, permette di rinforzare l’identità della comunità e un maggiore scambio tra i suoi componenti. Sulla rete si possono identificare diverse forme di memoria comunitaria che permettono la circolazione e la condivisione del materiale proveniente o da archivi elettronici o come risultato delle interazioni on line.

Tesi Laurea di Rachele Pierotti

 "La ricerca azione on line: programmi collaborativi tra scuole in Italia"

 Relatore: prof. Antoni Calvani


Corso di Laurea di 1° livello per Formatore Multimediale

Facoltà di Scienze della Formazione

Università degli Studi di Firenze

anno accademico 2003-2004